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Alla Reggia di Caserta dopo i recenti restauri, per il complesso vanvitelliano ci saranno ora nuovi spazi e percorsi espositivi grazie anche ad un riordino delle collezioni.

Il progetto si chiama “Maestà Regia” saranno aperte tutte le sale degli appartamenti reali, una ventina in tutto, oltre alla quadreria, allestita con 260 opere finora tenute nascoste nei magazzini per mancanza delle condizioni di esposizione.

Fra i tanti riallestimenti, ci sarà anche la collezione “Terrae Motus”, commissionata dal gallerista Lucio Amelio dopo il terremoto dell’Irpinia (come il celebre “Fate presto” di Andy Warhol) e che poi fu donata al Palazzo Reale nel 1992. Si contano circa 60 opere dei più importanti nomi dell’arte contemporanea, da Keith Haring a Robert Raushenberg.

Coloro che amano le tecniche costruttive potranno visitare il percorso “La Scala Regia da cielo a terra”, che guida alla visita della volta ellittica di copertura del vestibolo superiore e degli spazi dei sottotetti, nonchè alla scoperte delle soluzioni innovative adottate da Vanvitelli.

La direttrice scientifica della Reggia, Lucia Bellofatto sottolinea che “La Reggia di Caserta non ha nulla da invidiare a Versailles e potenzialità da saper cogliere in un momento di difficoltà per il Sud come questo. Potrebbe incentivare un turismo di qualità, soprattutto straniero”.

Peccato però che i pannelli delle didascalie, siano sempre e soltanto in italiano e per questo lei taglia corto dicendo: “Quando dal ministero ci saranno i soldi per i traduttori, le faremo anche in inglese”.

Rispetto ai due milioni di incassi dalla biglietteria, la Reggia riceve solo 400 mila euro dalla soprintendenza, con gravi difficoltà per il funzionamento ordinario di una struttura tanto grande, con 140 ettari di giardino.

Il prossimo obiettivo, sarà quello di realizzare una convenzione con le Ferrovie dello Stato per praticare sconti speciali a chi prenota un biglietto per la visita alla Reggia e si reca a Caserta in treno.

Sconti che sono stati già praticati per i 150 anni dell’Unità d’Italia in diverse località italiane ma che si vorrebbero applicare stabilmente anche per incentivare il turismo culturale.