La gotta è una malattia che colpisce il metabolismo, esiste da sempre e scaturisce da una cattiva alimentazione. Ebbene, secondo un recente studio condotto in Italia si è scoperto che a soffrirne sono oltre 1 mln di persone.
Colpisce in prevalenza gli uomini tra i 30 e i 60 anni, nelle donne, difficilmente, arriva prima della menopausa. I primi sintomi consistono in delle fitte all’articolazione dell’alluce dopo un pasto molto abbondante.
La gotta può causare delle crisi acute che si manifestano con dolori atroci, soprattutto al mattino, quando diventa doloroso sopportare anche il semplice peso di una coperta. Le articolazioni colpite sono: la prima articolazione metatarso falangea (alluce), il ginocchio, la caviglia, il polso ed il carpo.
Questa malattia è accompagnata da aumento dell’acido urico nel sangue, febbre, aumento della Ves.
La gotta cronica si evidenzia da dolori sordi, che appaiono all’interno delle articolazioni interessate nonchè da mutilazioni articolari. A livello radiografico si riscontrano erosioni ossee.
Per far sì che essa diventi cronica è importate intervenire con una cura subito dopo le prime fasi acute.
Ma purtroppo, questa patologia finisce spesso per essere sottovalutata, eppure per prevenirla, basterebbe davvero molto poco. Andrebbero evitati alimenti ad alto tenore di basi puriniche, come frattaglie, animelle, carni e pesci grassi, crostacei, salumi, ecc. Le proteine andrebbero assunte 1 gr per kg di peso corporeo ideale al giorno, e ridotti tutti i grassi per il condimento, limitati i diuretici, ma aumentato l’apporto di acqua ogni giorno, per favorire una buona diuresi.
Per questo motivo, per far capire l’importanza dei controlli, che è bene fare, la prevenzione, ponendo un occhio particolare all’alimentazione, la SIR (società italiana reumatologia) e la SIMG (società italiana medicina generale) stanno promuovendo il “Mese della gotta”, campagna, che avrà inizio a novembre e ha in programma numerose iniziative di sensibilizzazione in tutta Italia.