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L’Italia è ormai in recessione e si prevede che registrerà nel 2012 un calo del Pil di 1,6% a causa dell’effetto recessivo delle manovre sui conti pubblici, che purtroppo sono necessarie per evitare il fallimento del Paese.

Questo è il quadro macroeconomico delineato in questi giorni dal Centro studi di Confindustria intanto che la nuova manovra sui conti pubblici da 33 miliardi del governo di Mario Monti è al vaglio della Camera, la quale la definisce ottimistica perché dovrebbe tener conto della fine della crisi dell’euro, del blocco del credit crunch e dei tassi sui Btp sotto il 5% entro aprile, come ha chiaramente spiegato il capo dell’ufficio studi, Luca Paolazzi.

Così, per l’anno in corso il Pil è visto a 0,5% da 0,7%, e per il prossimo anno a -1,6% da 0,2% mentre nel 2013 si pensa ad un ritorno al segno più a 0,6.

Il debito/Pil è anche visto quest’anno a 120,3%, invariato rispetto alle stime di settembre, in ascesa al 121,3% il prossimo anno (da 119,5%) e in discesa nel 2013 al 118%.

Il pareggio dei conti pubblici è possibile con uno 0,1% nel 2013. La crisi però si fa sentire anche sul mercato del lavoro: a fine 2013 si stima che ci saranno ben 800mila persone occupate in meno rispetto all’inizio del 2008.