Il 7% dei ricercatori italiani se ne va all’estero. A fotografare questa che può definirsi la grande fuga dei “cervelli” italiani è l’Istat.
Tale rapporto, è stato realizzato tra il dicembre del 2009 e il febbraio del 2010 basandosi su un gruppo di dottori che hanno conseguito il titolo nel 2004 e nel 2006, per un totale di 15.568 persone (8.843 del 2004 e 10.125 del 2006).
Ebbene, nella maggior parte dei casi si tratta di uomini, mentre l’emigrazione riguarda per lo più dottori in scienze fisiche (22,7%), seguiti da chi si è laureato anche in scienze matematiche e informatiche.
Inoltre, pare che esista una mobilitá interna, da una zona all’altra del Paese: l’80% dei dottori sarebbero originari del Piemonte, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Toscana, del Lazio e della Sardegna, e continua a vivere nella stessa regione, mentre un 70% esercitata nella maggior parte delle regioni meridionali.
Così, mentre i dottori del sud si spostano verso il centro o il nord, quelli del centro verso il nord, quelli del nord se ne vanno all’estero.