E’ Yekaterina Samutsevich, l’unica esponente del gruppo punk Pussy Riot ad essere stata rilasciata dopo il processo, presentando così ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
A riportarlo è il quotidiano Kommersant. La settimana scorsa il tribunale di Mosca ha liberato la Samutsevich in appello, ma ha deciso che le altre due esponenti del gruppo dovranno scontare due anni di carcere in una colonia penale.
L’avvocato della Samutsevich, Irina Khrunova ha dichiarato che l’arresto della sua cliente è stato una violazione della libertà di opinione e di espressione: “è stato violato l’articolo 10 della Convenzione europea, che garantisce la libertà di parola“.
Khrunova ha precisato che la denuncia definitiva sarà presentata al tribunale per i diritti umani di Strasburgo, entro la fine dell’anno.
Ricordiamo che le Pussy Riot, lo scorso 21 febbraio hanno eseguito una canzone-preghiera anti Putin nella principale cattedrale di Mosca.
Tolokonnikova Nadezhda, 22 anni, e Maria Alyokhina, 24, sono destinate ad essere trasferite in una colonia penale ad un centinaio di chilometri da Mosca, come pena da scontare per teppismo e blasfemia, dopo aver cantato un inno contro Putin nella cattedrale ortodossa.
Anche Benedetto XVI ha espresso la sua solidarietà con la posizione della Chiesa ortodossa russa in merito a questo caso, esprimendo grande “perplessità di fronte alla reazione di alcuni media” sulla vicenda.