Il redditometro come spiega in una lettera al “Corriere della Sera” Attilio Befara, direttore dell’Agenzia delle Entrate, non significa Stato di polizia.
“Il nostro redditometro consiste in una procedura informatica che, incrociando banche dati e utilizzando con estrema cautela indicatori di tipo statistico, punta ad individuare, con la maggiore attendibilità possibile, il grado di correlazione fra il reddito che emerge dalle dichiarazioni fiscali e la sua capacità di spesa, quale risulta dai dati si cui il fisco dispone“.
Undici le categorie di spesa che verranno incrociate con 11 tipologie di nuclei familiari divise a loro volta in cinque aree geografiche diverse.
I redditi che verranno dichiarati saranno confrontati con le spese sostenute nell’anno e se queste dovessero risultare non compatibili scatteranno le opportune verifiche.
Le voci di spesa che saranno prese in considerazione ed in esame, spazieranno dal settore alimentare e a quello dell’abbigliamento, toccando anche i trasporti, le comunicazioni, l’energia, il tempo libero, la casa e gli investimenti.
Il Fisco analizzerà dunque i costi del telefono, degli abbonamenti alla pay-tv, le spese dal parrucchiere, la retta per l’asilo nido, la palestra, il centro benessere, l’acquisto di gioielli e altri beni preziosi, ecc.
Vi riportiamo la tabella con le macro-categorie di spesa e le voci più importanti:
– TRASPORTI: assicurazione e bollo auto, moto, caravan, camper e minicar; pezzi di ricambio; mezzi di trasporto in leasing o noleggio
– ABITAZIONE: abitazione principale, altre abitazioni, mutui, ristrutturazioni, intermediazioni immobiliari, collaboratori domestici, acqua e condominio, elettrodomestici, arredi
– ALIMENTARI E ABBIGLIAMENTO: alimentari e bevande, abbigliamento e calzature
– COMBUSTIBILI ED ENERGIA: energia elettrica, gas, riscaldamento, etc.
– COMUNICAZIONI: spese per il telefono
– ISTRUZIONE: spese e rette per asili nido, scuola per l’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria, corsi di lingue stranieri, soggiorni studio all’estero, corsi universitari, tutoraggio, scuole di specializzazione, master, canoni di locazione per studenti universitari
– SANITA’: medicinali, visite mediche
– TEMPO LIBERO, CULTURA E GIOCHI: spese per attivita’ sportive, circoli culturali, circoli ricreativi, cavalli, abbonamenti pay-tv, giochi on-line, abbonamenti eventi sportivi e culturali, viaggi organizzati, alberghi, centri benessere, altri servizi per la cura della persona
– ALTRI BENI E SERVIZI: oggetti d’arte, gioielli preziosi, veterinario, donazioni in denaro a favore di onlus o simili, assegni periodici corrisposti al coniuge, donazioni effettuate, barbiere e parrucchiere.
– INVESTIMENTI: fabbricati, terreni, natanti e imbarcazioni, autoveicoli, motoveicoli, caravan, minicar, aeromobili, azioni, obbligazioni, conferimenti, quote di partecipazione, fondi d’investimento, derivati, certificati di deposito, pronti contro termine, buoni postali fruttiferi, conti di deposito vincolati, altri prodotti finanziari, valuta estera, oro, numismatica.
Il Redditometro, secondo chi lo ha ideato, dovrebbe servire a determinare un reddito presunto osservando le spese sostenute, investimenti e beni posseduti.
Ma come giustamente sottolinea Zanetti, responsabile fisco di Italia Futura: “Il problema è che, anziché potenziare e migliorare il precedente redditometro si è previsto un nuovo redditometro calcolato sui consumi medi, quali risultanti dagli studi Istat, dando così un rilievo enorme alla componente statistica“.
Aggiunge infine che: “si potrebbe avere una fotografia non reale della situazione: se un reddito basso, ha spese basse ma inferiori a quelle che segnalerebbe il redditometro, sarebbe un presunto evasore. Passerebbe insomma da presunto indigente a presunto evasore!”.