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Dopo la scomparsa di Enzo Jannacci avvenuta venerdì, il mondo dello spettacolo dice addio a un altro suo grande protagonista, Franco Califano.

“Er Califfo”, così com’era soprannominato, oppure “il maestro”, per i fan, venuto a mancare nella sua casa di Acilia a 74 anni, era malato da tempo. Oltre ai problemi di salute, l’artista aveva anche problemi economici e negli ultimi anni aveva richiesto l’aiuto della legge Bacchelli.

La sua carriera era iniziata negli anni ’60 come attore di fotoromanzi. Si era poi proposto come autore di grandi classici della canzone, come “Minuetto”, scritta per Mia Martini, o “La Musica è finita”, per Ornella Vanoni, ma aveva messo le proprie parole anche al servizio di Mina.  A sua volta cantante, è stato attore e poeta dei nostri tempi che ha sempre vissuto sopra le righe, senza rinunciare agli eccessi che spesso l’hanno messo nei guai. Arrestato per droga e per possesso d’armi, nel 1984 ha inciso l’album “Impronte digitali” quand’era agli arresti domiciliari e non ha mai nascosto l’amicizia con uno dei principali criminali della Milano anni ’70, Francis Turatello… Uno dei suoi più grandi successi rappresenta in fondo il manifesto della sua esistenza, ed è la famosa canzone del 1976 “Tutto il resto è noia”.

L’uomo che “ha avuto 1500 donne”, tifosissimo dell’Inter, era animale da palcoscenico e si era esibito l’ultima volta il 18 marzo scorso al  Teatro Sistina di Roma. Il 4 aprile avrebbe dovuto suonare a Porto Recanati insieme al cantautore Enrico Giaretta, suo pianista e figlio artistico. Pochi giorni dopo, invece, avrebbero dovuto recarsi ad Avezzano in sala d’incisione.

Abituato a superare ogni limite, siamo sicuri che non si fermerà proprio ora. Perché , in fondo, tutto il resto è noia.