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Il 5 maggio si celebra la XII Giornata Nazionale per l’epilessia, una patologia che colpisce il cervello e che si manifesta con crisi convulsive.

A soffrirne nel nostro Paese sono oltre 500 mila persone, e più della metà sono bambini ed adolescenti. Riguardo a tale patologia, esistono, però, ancora molti pregiudizi e non a caso viene definita anche malattia sociale.

Da qui parte l’iniziativa di LICE (Lega Italiana contro l’Epilessia) di avviare un importante progetto di informazione nelle scuole primarie di tutta Italia.

Gli esperti danno poi alcuni consigli, in presenza di una persona con crisi epilettica, raccomandandosi di:

1. non farsi prendere dal panico.
2. Prevenire la caduta a terra; se il soggetto è già a terra, porre sotto il capo qualcosa di morbido, in modo che se la crisi continua, non continui a sbattere ripetutamente la testa sulla superficie dura.
3. Terminata la crisi, slacciare il colletto e ruotare la testa di lato per favorire la fuoriuscita di saliva e permettere una respirazione normale.
4. Evitare che intorno al soggetto si faccia la folla: la confusione non lo aiuterebbe a riprendersi con calma.
5. Non tentare di aprirgli la bocca, non tentare di inserirgli in bocca oggetti morbidi o rigidi, non bloccargli le braccia e le gambe. Perché questi interventi, potrebbero comportare al soggetto in crisi, delle lussazioni mandibolari, fratture dentarie e dolori muscolari intensi. Al soccorritore potrebbero invece provocare lesioni alle dita.

In caso di assenze, e di crisi di lieve entità, conosciute come Piccolo Male, non occorre fare nulla, eccetto che segnalarle.

In caso contrario, in presenza di crisi epilettiche del lobo temporale, durante le quali si possono manifestare comportamenti strani e il livello di coscienza può essere compromesso, occorre limitarsi a vigilare il soggetto durante la crisi per evitare che faccia del male a se’ e agli altri.

Le cose da non fare:
1. Non cercare di far tornare in se’ il soggetto con continue richieste.
2. Non cercare di limitare i suoi movimenti nella stanza.
3. Se la crisi è molto prolungata senza che il soggetto riprenda coscienza oppure quando ad una crisi ne segue un’altra e un’altra ancora, è meglio chiamare subito l’ambulanza.