Nella giornata di venerdì, sono arrivate le prime cinque condanne per il naufragio della Costa Concordia del 13 gennaio 2012, in cui persero la vita 32 persone. Ieri mattina però, il tribunale di Grosseto ha accolto le richieste di patteggiamento, che già avevano ricevuto parere positivo da parte della Procura.
Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, ufficiali di plancia sono stati condannati a 18 mesi. Jacob Rusli Bin, timoniere, è stato, invece, condannato a 20 mesi. Manrico Giampedroni, hotel director della nave, ha ricevuto una condanna di 30 mesi. La pena più alta è andata a Roberto Ferrarini, capo unità di crisi della Costa Crociere, che ha gestito l’emergenza da terra. Per tutti, l’accusa è quella di naufragio colposo, omicidi colposi e lesioni colpose.
Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Veruso, ha però precisato che le responsabilità dei cinque condannati sono “minimali, sia pur a diverso titolo“, in quanto “la colpa del fatto che la nave sia andata a sbattere contro gli scogli del Giglio è di Francesco Schettino“, per il quale non è stato accettato il patteggiamento.
Veruso, ha infatti aggiunto che “Il vero tema sarà di stabilire l’entità della condanna di Schettino“.
Forti sono state le critiche degli avvocati di parte civile. L’avvocato Massimo Gabrielli, avvocato del pool ‘Giustizia per la Concordia’ ha così commentato: “Questa è una giustizia vergognosa, sono pene da abuso edilizio, non da omicidio“, l’avvocato delle parti civili, Daniele Bocciolini, ha invece sottolineato “Si dà 1 anno e 11 mesi all’ufficiale di plancia e 7 anni a Emilio Fede. Questa è la giustizia in Italia“. “Siamo delusi, perchè si tratta di una assurda disparità”.