Nel processo Mediaset per i diritti tv, la richiesta del pg Antonello Mura ai giudici della Cassazione, al termine di quasi 4 ore e mezza di requisitoria, è stata quella di condanna definitiva per Silvio Berlusconi, e che la sua interdizione dai pubblici uffici sia ridotta da 5 a tre anni.
Ciò che si valuta, è il concorso in fatturazioni fittizie, di Berlusconi, come fondatore del gruppo. Un sistema questo, messo in atto con continuità che aveva lo scopo di “gonfiare i costi per benefici fiscali e produrre pagamenti per la costituzione all’estero di ingenti capitali“.
Nei 94 motivi di ricorso presentati dai legali del leader del Pdl, ci sarebbero questioni di merito e non di diritto. Pertanto, il pg Mura vuole chiedere la conferma della sentenza d’appello, ovvero una pena di 4 anni.
Ma secondo il professor Coppi, che difende Berlusconi “il calcolo dell’interdizione è stato un errore palese dei giudici di Milano. Per il resto – sottolinea il penalista – rimango ammirato dallo sforzo del Pg di difendere una sentenza che è indifendibile“.
Domani mattina dopo le 9,30 si terrà una nuova udienza presso la I sezione penale della Suprema Corte. Qui saranno enunciate le conclusioni dell’avvocato dello Stato e le motivazione dell’Agenzia delle Entrate. Secondo il pg Mura, il processo è stato “celebrato secondo le regole di legge”, pertanto, e ci sono gli elementi del “giusto processo, privo di vizi procedurali”.
I legali di Berlusconi, Coppi e Ghedini, invece, non la pensano così, e vogliono tentare di insinuare il dubbio con la speranza di far annullare tutto.