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Lapo Elkann

si racconta in una intervista al ‘Fatto Quotidiano’ parlando di alcuni aspetti drammatici della sua vita che lo hanno profondamente segnato e che non aveva mai rivelato a nessuno, abusi sessuali compresi.

Lapo racconta dei suoi studi in un collegio gesuita, dove la famiglia lo mandò per risolvere il problema della dislessia, ma si è trattata per lui di un’esperienza molto dolorosa, vissuta “come una vera e propria punizione”. E dice “Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto. Li ho subiti”.

Aggiungendo che “Altre persone che hanno vissuto cose simili non sono riuscite ad affrontarle” come il suo “migliore amico” che era in collegio con lui per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ha vissuto lui, ma alla fine non ce l’ha fatta “si è ammazzato un anno e mezzo fa“.

Poi parla della sua esperienza da militare a Cuneo finita a botte con un commilitone, e ancora rivela di aver dovuto fare un enorme lavoro su se stesso, ovvero, anche vedere cose che non aveva voglia di vedere, dicendo di preferire di non doverle nascondere più e di nascondersi. Poi parla della dipendenza dalla droga a causa della quale, nel 2005, è finito in rianimazione rischiando la vita, spiegando che sono traumi che non si dimenticano.

Il secondogenito di Margherita Agnelli e Alain Elkann sembra essere intenzionato ad “aiutare” chi ha passato quello che ha passato lui. Sta pensando, infatti, a una fondazione spiegando che “Parlare è giusto, ma fare qualcosa di utile, è positivo”.

Poi Lapo si sofferma a lungo sulla perdita di alcune figure importanti della sua vita e dice “A mio zio penso molto spesso. Mi manca. Mi mancano anche tutti gli altri: mio nonno, Giovannino, Umberto, mio cugino Filippo, che se ne è appena andato. Tutti. Però Edoardo era una persona speciale. Atipica. Che ha vissuto una vita estremamente travagliata. Certe cose dure che ha vissuto, oggi le capisco ancora meglio di ieri. E ho sempre un gran dolore nel pensare che si sarebbe potuto fare di più”.

E parlando di se dice che oggi si sente un uomo più risolto, libero di sentirsi diverso e dunque il mito del nonno, Gianni, l’Avvocato, non lo ha abbandonato, ma al tempo stesso non lo assilla più.

Infine, in questa intervista Elkann fa una riflessione sull’Italia, dicendo che “i problemi ci sono, ma anche i segnali positivi“, come ad esempio quelli che sta dando Papa Francesco, il cui “schema” secondo lui, dovrebbe essere “replicato in politica“. Il aggiunge l’imprenditore, “è fantastico, moderno, umano. Poi Lapo Elkann, conclude la sua intervista parlando di alcuni esponenti della politica, da Berlusconi a Renzi, passando per Alfano, e Grillo.