Il Senato sarà trasformato in Camera delle regioni. I suoi componenti saranno ridotti a 200 (rispetto agli attuali 315) e dovrebbero venire eletti insieme ai Consigli regionali. Queste sono alcune delle novità contenute in una delle ultime versioni della bozza di riforma che dovrebbe arrivare giovedì sul tavolo del CDM.
Una manovra che porta dunque alla fine del bicamelarismo e alla riduzione dei parlamentari. Il taglio però riguarderà anche i deputati che dovrebbero diventare 480 rispetto agli attuali 630. Il Senato infine non dovrebbe più votare la fiducia al governo, ma insieme alla Camera lavorare solo sulle leggi più importanti come le riforme costituzionali o quelle di sistema ordinamentali o nei rapporti tra Stato e regioni.
In tutte le altre questioni, Palazzo Madama dovrebbe avere il “potere di richiamo”, ovvero in presenza di un certo tipo di quorum avrebbe la facoltà di poter chiedere di esaminare determinati provvedimenti. Ma l’ultima parola spetterebbe comunque a Montecitorio.