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A partire dal primo aprile scatterà il tetto massimo per gli stipendi dei manager pubblici in seguito all’entrata in vigore del decreto ministeriale 166 del 24 dicembre 2013 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 63 del 17 marzo 2014), che va ad integrare e completare il quadro normativo che regolamenta i compensi degli amministratori con deleghe delle società non quotate e controllate dal Ministero dell’Economia.

I limiti ai compensi, includeranno qualsiasi componente retributiva, anche benefit di tipo non monetario, suscettibili di valutazione economica. Pertanto, il trattamento economico del Primo Presidente della Corte di Cassazione per l’anno corrente viene stabilito dal Ministero della Giustizia in 311.658,53 euro lordi.

Detti limiti, però, non riguarderanno Enel, Eni, Finmeccanica, Ferrovie, Cdp e Poste.

Tre le fasce di compensi per i manager. Per gli amministratori delle società della prima fascia, ovvero Anas, Invimit, Rai, il tetto sarà del 100% del trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione: l’amministratore delegato percepirà 311.658,53 euro mentre il presidente 93.497,56 euro.

Gli amministratori delle società della seconda fascia ovvero di Coni servizi, Consap, Consip, Enav, Eur, Gse, Invitalia, Ipzs, Sogei e Sogin, il tetto sarà dell’80% del trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione e pertanto l’amministratore delegato percepirà 249.326,82 mentre il presidente 74.798,05 euro.

Gli amministratori delle società della terza fascia ovvero di Arcus, Istituto Luce, Italia Lavoro, Ram, Sogesid, Studiare sviluppo, il tetto sarà pari al 50% del trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione: l’Ad percepirà 155.829,27 euro, mentre il presidente 46.748,78 euro.