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Nel corso della puntata di Segreti e delitti andata in onda ieri sera 27 giugno 2014 è stato trasmesso un fotogramma esclusivo in cui si vedrebbero due furgoni, passare a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro davanti ad una banca nei pressi di una palestra. Uno dei furgoni, potrebbe essere stato guidato da Bossetti perché sono simili a quelli da lui usati, uno di sua proprietà e l’altro del cognato.

E riguardo al mistero della paternità del muratore di Mapello sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio, è stata mostrata in studio una fotografia che metteva a confronto Giuseppe Guerinoni e il figlio illegittimo Bossetti. Ebbene i due sembrano identici, cosa notata sia dagli ospiti in studio che dalle tante persone che seguivano la trasmissione, e mandavano messaggi da casa. Le quali si chiedevano come faccia la mamma del presunto assassino di Yara a dire che “la scienza si sbaglia”, a negare dunque all’evidenza.

Ma non è tutto, perché durante la trasmissione è emerso che Fabio Buzzi, medico legale di Pavia, intervistato dal programma, ha rivelato di essere stato incaricato dalla Procura di Bergamo per analizzare il boccaglio di Bossetti, ma ancora prima, dei reperti peliferi trovati sopra ed intorno al cadavere della ragazzina, la cui relazione sarà depositata a breve.

E da qui, ha spiegato l’esperto, si è scoperto che “C’è coincidenza univoca di Dna tra le tracce repertate sui vestiti di Yara Gambirasio e i peli e i capelli trovati sopra e intorno al suo corpo”.

Secondo Buzzi, non c’è ombra di dubbio, i reperti peliferi appartengono ad Ignoto 1, che al momento sembra coincidere con Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo indagato e detenuto in carcere a Bergamo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Sul fatto che fossero peli o capelli “noi non facciamo delle distinzioni” spiegando che l’aver constatato come i peli e i capelli trovati vicini al corpo di Yara di fatto rafforzi “l’altra indagine condotta collateralmente sulle cosiddette macchie, sul materiale biologico invece apposto, assorbito dagli indumenti”.

In pratica, evidenza l’esperto “l’aver trovato tracce di materiale biologico addosso agli indumenti di Yara, oltre che formazioni pilifere apposte sugli indumenti, è chiaro che dà una forza evidentemente, intuitivamente maggiore a questi due riscontri”.

Al momento, però, gli inquirenti bergamaschi non confermano una comparazione già effettuata tra i peli e il Dna di Bossetti, anzi smentiscono, forse perché vogliono attendere ulteriori riscontri, e avere altre risposte.

Fatto sta è che sembra strano che un perito, considerato tra i migliori, abbia potuto fare quella rivelazione o dire cose inesatte. Tant’è che lo stesso, successivamente si è corretto, potrebbe essere indagato per “violazione di segreto istruttorio“.

Intanto sul fronte delle indagini, carabinieri e polizia stanno ascoltando le amichette di Yara. Vogliono sapere se hanno mai visto Massimo Giuseppe Bossetti nei luoghi frequentati dalla ragazzina. Altri particolari preziosi secondo gli investigatori potrebbero saltare fuori dalle analisi condotte sui computer del 44enne. Sono due: un portatile e un fisso. Ma saranno accertamenti lunghi e meticolosi, bisognerà scavare tra i dati e i file cancellati.