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Papa Francesco

nel suo viaggio pastorale che si conclude oggi nella Corea del Sud, ha annunciato: «Spero fermamente che i Paesi del vostro Continente con i quali la Santa Sede non ha ancora una relazione piena non esiteranno a promuovere un dialogo a beneficio di tutti. Non mi riferisco solo al dialogo politico ma anche al dialogo fraterno».

E nel corso della conclusione del discorso del Papa fatto ai vescovi dell’Asia, pronunciato in italiano nel santuario di Haemi, il primo accenno è andato anche alla Cina (alla Corea del Nord e ad altri Paesi dell’estremo Oriente, come Laos, Myanmar e il Brunei. Col Vietnam i rapporti si stanno già allacciando).

Il Santo Padre lo ha fatto dopo aver spiegato che l’atteggiamento del dialogo è legato alla natura stessa della fede, ricordando anche che il dialogo vero richiede chiarezza sulla propria identità ma anche una capacità di empatia e di ascolto.

Francesco, a braccio, ha aggiunto frasi decisive riferendosi proprio al rapporto con la Cina: «Questi cristiani non vengono come conquistatori, non vengono a toglierci la nostra identità. Ci portano la loro, ma vogliono camminare con noi», e concludendo poi «il Signore farà la grazia, qualcuno chiederà il battesimo, qualcun altro no, ma sempre camminiamo insieme».

La speranza di Papa Bergoglio si ricollega dunque anche alle parole pronunciate in merito alla riconciliazione delle due Coree, sempre a braccio durante l’incontro avuto il 15 agosto scorso con i giovani.

Infatti, proprio in questi giorni si è avuto un altro accenno di dialogo con le autorità di Pechino, subito dopo il telegramma inviato dal Pontefice, durante il sorvolo del territorio della Repubblica Popolare Cinese concesso per la prima volta ad un aereo del Vaticano.

Attraversando i cieli della Cina, il Papa ha scritto al presidente Xi Jinping, un telegramma che diceva: «Rivolgo i migliori auguri a vostra eccellenza e ai suoi concittadini e invoco le benedizioni divine di pace e benessere sulla nazione».

Parole che il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha così commentato: «Abbiamo ricevuto le osservazioni di Papa Francesco. La Cina è sempre stata sincera nel migliorare le sue relazioni con il Vaticano e ha sempre fatto sforzi positivi in questo senso».

Infine padre Mathew Zhen Xuebi, esponente di spicco della diocesi di Pechino, riferendosi al gesto del Pontefice ha parlato di «un passo in avanti per migliorare la comunicazione», spiegando: «Abbiamo la speranza che un giorno Cina e Vaticano possano stabilire rapporti diplomatici e che il Papa sarà in grado di visitare la Cina».