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Giovanni Cucchi, padre di Stefano, il geometra morto dopo una settimana dall’arresto, nel reparto protetto dell’ospedale Pertini di Roma, ha commentato così la sentenza di secondo grado, che ieri ha assolto tutti gli imputati: “È stata una sentenza che non ci aspettavamo, una negazione totale della responsabilità dello Stato”.

E continuando: “Per i giudici non è successo nulla, allora cosa significa, che torniamo a casa e troviamo Stefano vivo, Stefano è entrato in quelle mura, dove doveva essere protetto dallo Stato, ed è uscito cadavere massacrato. Vogliamo giustizia“, annunciando ricorso alla Cassazione e alla Corte di giustizia europea.

È stato pestato, massacrato, ci sono le foto che lo testimoniano, noi non ci fermeremo mai, vogliamo la verità“. La moglie Rita Calore, tra le lacrime ha detto: “Io credo ancora nella giustizia, anche se finora, giustizia non è stata fatta”.

E per la sorella di Stefano, Ilaria: “Mio fratello è morto di ingiustizia, di una giustizia che non è uguale per tutti e che non è per gli ultimi e mio fratello in quel momento era un ultimo. Le istituzioni devono saper giudicare se stesse. Non mi aspettavo una sentenza del genere. Nonostante tutto, finora ho sempre avuto fiducia che la giustizia potesse e volesse accertare la verità e dirci perché mio fratello è morto”.

La sentenza di assoluzione arrivata dalla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, presieduta da Mario Lucio D’Andria, sostiene che “il fatto non sussiste” e ai sensi dell’articolo 530, secondo comma del codice di procedura penale.

Assolti dunque il primario Aldo Fierro, condannato a due anni in primo grado; i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Silvia Di Carlo e Luigi De Marchis Preite, che invece avevano riportato una pena a un anno e quattro mesi.

Assolto anche il medico Rosita Caponnetti, condannata in precedenza a 8 mesi di reclusione. Confermata invece la sentenza di primo grado con l’assoluzione per i tre agenti della polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici; e l’assoluzione per i tre infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe.

Il presidente D’Andria, ha annunciato che le motivazioni della sentenza saranno depositate tra novanta giorni.