, con il suo primo romanzo, “TAG. – Isabel, Chi sei?“, edito Memori, in tutte le librerie, dal 22 ottobre, svela ai lettori di Tuttoperlei.it la genesi del libro, che in pochissimo tempo, ha incuriosito pubblico e media.
Tag. Isabel Chi sei? è un thriller, in cui il protagonista è condotto da personaggi, assassini e trame misteriose in un’avventura senza fine e via di scampo.
Tag. Isabel, Chi sei? racconta la storia di Giovanni Benassi, per tutti “Giò”, responsabile dell’obitorio di Lucca alle prese, in una notte di San Valentino, con il cadavere di una donna bellissima, di circa trent’anni, della quale si conosce solo nome, cognome e luogo di nascita: Isabel Campani. Il cui decesso appare misterioso a Giovanni, in quanto, nessuno piange o reclama la sua salma. Spinto dalla curiosità, si mette alla ricerca dell’identità di Isabel, e lo fa su Facebook, cercando il profilo della donna. Indizi, e tag porteranno Giovanni a condurre un’indagine privata, nella quale si troverà, suo malgrado, inconsapevolmente, in una serie di vicissitudini e colpi di scena che gli cambieranno per sempre la vita.
Guido Tognetti è Art consulting, direttore artistico, conduttore radiofonico, esperto di musica, cinema e fotografia. Collabora, dal 1995 come art director, col cantautore romano Claudio Baglioni, grazie a Paola Massari e al suo album “Il vento Matteo”.
Autore delle rassegne artistico/musicali ‘O’ Scià’, tenutosi, per 10 anni, sull’isola di Lampedusa, che hanno visto Claudio Baglioni chiamare a raccolta oltre 350 artisti, di fama nazionale ed internazionale. Conduce due programmi radiofonici di successo: ‘Retropalco’ e ‘Dieci’. Collabora con grandi artisti italiani alla realizzazione di album e progetti live, ha partecipato a programmi televisivi come “Anima mia” e “L’ultimo Valzer”, ha scritto le sceneggiature de ‘I cortissimi’ e lo spettacolo musicale ‘I viaggiatori della musica’. Autore e curatore di due volumi: ‘C’era un cavaliere bianco e nero’ e ‘A tempo di musica’.
D. Guido, come è nato questo romanzo?
R. E’ nato quasi per caso, in una di quelle notti in cui non si dorme e si guarda il soffitto. L’idea è arrivata così, quasi come un piccolo fulmine. Un uomo che riceve il cadavere di una donna la notte di San Valentino. Una donna bellissima di cui si conosce solo il nome Isabel. Mi piaceva la prospettiva di dare a qualche cosa che finisce, in questo caso il cadavere di una donna, a qualche cosa che invece inizia. Come se il protagonista volesse tenere o mantenere viva quella figura misteriosa.
D. ‘Tag. Isabel, Chi sei?’da’ l’impressione, a chi lo legge, di un racconto cinematografico. Lo scopo era quello? Speri possa diventare un film?
R. Lo scopo è sicuramente stato quello di delineare una scrittura ritmica, veloce, emotiva, che potesse avere tutte le cadenze narrative di una sceneggiatura cinematografica. Ho sempre amato lo stile narrativo della pellicola, che ti lascia inchiodato alla sedia fino alla fine. Isabel l’ho scritto pensando proprio a questo stile, sarebbe bellissimo se potesse diventare un film.
D. Come sei arrivato alle due figure principali: Giovanni Benassi e Isabel Campani?
R. Isabel Campani è apparsa immediata come nome, come figura, come bellezza e come mistero. Quando iniziai a scrivere la vidi immediatamente così. Per Giovanni Benassi fu più o meno la stessa cosa. Volevo un uomo come noi, di tutti i giorni. Un uomo con le sue abitudine, con le proprie amarezza e speranze, e con quella curiosità di andare ad aprire un aspetto misterioso della storia, che l’avrebbe immediatamente portato a vivere una corsa senza fiato, “sul filo del rasoio”.
D. Quanto tempo, ti è servito, per la stesura e pubblicazione? C’è qualche periodo, in particolare, in cui, ti sei sentito più concentrato ed ispirato?
R. La stesura è nata come ogni cosa che scrivo. Senza intervalli. Ovvero quando inizio a scrivere un soggetto per un videoclip, per un cortometraggio o per (come in questo caso) un romanzo. La scrittura è fluida, immediata. Ci sono voluti circa due mesi per riuscire a fare tutto, calcolando che la scrittura era alternata a tanti altri mestieri che conduco giornalmente e che portano via molto tempo. L’ispirazione credo che nasca da qualcosa che già è successo prima. A livello concio non siamo in grado ci comprenderlo, ma uno scritto, un’idea, è già dentro di noi da chissà quanto tempo.
D. Ci racconti, come è nata, la prefazione del libro, scritta da Baglioni?
R. . Be, è nata in maniera molto semplice, un po’ come tutto il libro in fondo. In una delle tante riunioni, manifestai la gioia per la notizia della pubblicazione condividendola con tutti e anche con Baglioni. Lì mi venne la proposta di chiedergli un – buona fortuna – , giusto una riga di buon auspicio. Dopo poco mi vidi consegnare un foglio, “avrei scritto così” (disse), una – non presentazione –, che è infatti un abbraccio di amicizia e lavoro di oltre vent’anni insieme.
D. Guido, stai presentando il tuo libro in molte città italiane, nelle radio e nelle librerie. Cosa ti rimane, del contatto con il pubblico?
R. E’ la cosa più bella. Condividere con la gente, con le persone, qualcosa che è diventato voce, racconto, emozione. Davvero in tanti mi hanno fatto i complimenti ed è qualcosa di impagabile conoscere quegli occhi che hanno letto e che vengono per stringermi la mano, per fare conoscenza. Forse questo è il vero risultato del libro: la condivisione con gli altri.
D. E della volta che sei stato da Fiorello?
R. Andai alle 6 di mattina all’edicola di Fiore. Lui era già lì. Vispo come un acciarino. Lui è così, un professionista a tutti gli effetti e sotto ogni profilo. Rosario lo conosco da tantissimi anni e spesso abbiamo condiviso attimi di allegria e di musica. Essere lì è stato emozionante, perché d’improvviso ti trovi dall’altra parte del palco. Sei lì che devi raccontare un tuo libro, davanti a uno dei più grandi showman di tutti i tempi che ti chiede di Isabel e di ciò che hai scritto. Fantastico davvero!!!
D. Ci parli dei prossimi appuntamenti?
R. Avrò una presentazione a Catania il 23 Dicembre nella libreria “Prampolini“, poi appena passate le feste dovrei girare altre città come Napoli, Bari, Torino, Vigevano, Bologna. E’ un modo per raccontare una storia a voce. Incontrando persone che mi vogliono bene.
D. Guido, stai pensando già ad un altro libro?
R. Tutti coloro che hanno letto ISABEL CHI SEI, in maniera naturale mi hanno chiesto il seguito. Non so esattamente il motivo, forse perché questa storia accompagna così tanto che non si vorrebbe terminare mai di vivere le avventure di Giovanni Benassi.
Sinceramente non so, se sia giusto pensare a un secondo capitolo, anche se spesso molti grandi scrittori da un romanzo, hanno dato il via a una vera e propria serie.
Scrivere è da sempre ciò che mi accompagna la vita. Quindi qualche cosa verrà fuori.
D. Un’ultima domanda. Cosa ti piace, e cosa no, di te?
R. Mi piace molto la mia entusiastica fantasia e il modo di gesticolare che uso quando racconto qualcosa in modo concitato.
Cosa non mi piace di me? Il lato troppo sensibile del mio carattere.