Molto presto, sarà possibile prevedere, con largo anticipo, se una persona è o no a rischio di infarto.
Ciò potrà essere diagnosticate grazie ad un composto chiamato monogliceride scoperto recentemente e presente nel plasma di coloro che hanno il rischio di arterie coronarie, patologia che interessa i vasi sanguigni attorno al cuore e che porta l’ossigeno.
La malattia delle arterie coronarie è riconducibile al rischio di infarto perché qualora i vasi sanguigni dovessero rompersi od ostruirsi tale processo causerebbe un attacco coronario.
Uno studio in merito è stato condotto dall’Università di Uppsala in Svezia, dall’Istituto Karolinska di Stoccolma e della Colorado State University, diretto da Erik Ingelsson, e svolto su diverse popolazioni, un campione di 3600 persone sotto controllo per 10 anni.
Ebbene, il sangue di queste persone è stato controllato con avanzati strumenti scoprendo che era possibile stabilire in anticipo la predisposizione all’infarto.
Tant’è che gli studiosi hanno identificato due molecole, la lisofosfatidilcolina e la sfingomielina, in grado di ridurre il rischio di avere la patologia della arterie coronarie.
In un secondo momento, i ricercatori hanno scoperto anche la terza molecola, la monogliceride, che al contrario delle precedenti, era quella che conduce ad un rischio di malattia coronarica che a sua volta causa proprio l’infarto.