Mentre Papa Francesco lancia alla comunità internazionale un appello, chiedendo una “soluzione pacifica alla difficile situazione” con la Libia, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni informa il Parlamento dell’avanzata degli jihadisti dell’Isis verso l’Italia, spiegando che “L’unica soluzione è quella politica“.
La situazione “si aggrava”, con il passare delle ore, dice il ministro, “il tempo a disposizione non è infinito, rischia di scadere presto pregiudicando anche i fragili risultati raggiunti”.
Il ministro, rivolgendosi alla comunità diplomatica chiede di “aumentare gli sforzi per favorire il dialogo politico”.
L’Italia “è pronta ad assumersi responsabilità di primo piano“, e come annunciato durante il Consiglio di Sicurezza anche dal Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi “a contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco, al mantenimento della pace, per l’addestramento militare”, ma non vuole “né avventure né tanto meno crociate”.
“Siamo anche pronti a curare le ferite della guerra e a riprendere il vasto programma di cooperazione con la Libia: la popolazione civile deve poter toccare con mano i vantaggi della riconciliazione auspicata dalla comunità internazionale“, ha proseguito Cardi.