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Ci avrebbe messo pochi istanti, il comandante Patrick Sonderheimer, a capire quanto stava accadendo e che non aveva più di 5 minuti per decidere di non dire nulla ai passeggeri visto che la loro ora era arrivata.

Quella discesa, per quanto non brusca, per quanto così simile al “finale” di ogni aereo quando si avvicina all’atterraggio, stava portando l’Airbus 320 a schiantarsi contro le Alpi francesi.

Dopo aver cercato con tutte le sue forze, disperazione di sfondare quella porta della cabina di pilotaggio, pur sapendo che era impossibile perché blindata, non ha deciso di tenersi tutto per sé, forse e l’equipaggio quella paura di morire, senza spaventare anche i 144 passeggeri, alcuni dei quali, magari solo quelle delle prime file, avevano iniziato ad intuire qualcosa.

La tendina tra l’anti-cabina e la zona passeggeri della fusoliere non basta ad attutire rumori e angosce così pesanti.

Ma sarebbe servito a qualcosa dire ai passeggeri di rannicchiarsi nella posizione fetale, come indicato sui cartoncini delle istruzioni o nei video prima del decollo? A niente, proprio a niente.

Sarebbe servito solo a spaventare tutti, anche quelli che dormivano o quelli più piccoli, che non non erano in grado di capire la portata di una simile tragedia.

Così solo i viaggiatori vicini ai finestrini avrebbero visto le montagne avvicinarsi troppo: qualcuno avrebbe urlato, qualcun altro avrebbe tirato fuori il cellulare come forse ha tentato di fare lo stesso comandante o una delle hostess, questo è quanto emerge dalle registrazioni audio della scatola nera.

Il copilota si era rinchiuso nella cabina di comando e aveva deciso di farla finita, portando con sé verso la morte anche tutti che erano a bordo.

Magari, qualcuno, ha avuto il tempo di mandare qualche messaggio, passando dalla modalità ”aereo” a quella normale, ma lo si potrà sapere solo tra alcuni giorni.

Ma ora sembra essere certo che il comandante con 6mila ore di volo, sui quarant’anni, sposato, padre di due figli, ha preferito fino all’ultimo di tenersi tutto per sé, scegliendo di far morire i passeggeri nel modo più ndolce che ci sia.

In serenità, forse pensando che fosse stata la cosa più giusta da fare per quel loro ultimo viaggio.