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Il museo Egizio di Torino apre completamente rinnovato ad un mese esatto dalla partenza di Expo, piazzandosi tra i primi 10 al mondo più visitati in Italia.

Il cantiere che ha terminato i lavori rispettando tempi e costi senza mai chiudere per un solo giorno.

Cinquanta i milioni spesi per le opere, cinque gli anni di lavoro e 567.688 i visitatori del 2014.

Il percorso museale poggia sul progetto scientifico elaborato dal direttore Christian Greco e da altri otto curatori. Si snoda cronologicamente articolandosi in quattro piani di visita coprendo così un arco temporale dal 4000 a.C. al 700 d.C.

La duplice natura delle collezioni torinesi, in parte antiquarie e in parte archeologiche, viene raccontata dalle sale sulla storia del Museo; una novità che risponde alla domanda più frequente: “Perché un Museo Egizio è a Torino?”.

Tra le tante novità anche un’area tematica, la Galleria dei Sarcofagi, che ospita al secondo piano alcuni fra i più bei sarcofagi del Terzo Periodo Intermedio e dell’epoca tarda (1100 – 600 a.C.).

Ma la visita non finisce qui. Fra le statue monumentali, le sale allestite dallo scenografo Dante Ferretti e i reperti millenari ci sono anche soluzioni di avanzata tecnologia, ricostruzioni virtuali fatti su alcuni contesti archeologici.

Ed ancora, video 3D basati su preziosi documenti di scavo e fotografie d’epoca che fanno rivivere la tomba di Kha, quella di Nefertari e la cappella di Maia, scoperte da Ernesto Schiaparelli, tra i primi direttori di questo Museo, agli inizi del ‘900.