Sono trascorsi quattro anni dalla morte di Amy Winehouse, cantautrice, stilista, produttrice discografica, morta per intossicazione da alcool.
Oggi avrebbe compiuto 32 anni. Due gli album della sua carriera, che si è spenta all’età di 27 anni: Frank nel 2003 e Back to Black nel 2006, e il successo con Back to Black e la consegna di cinque Grammy Award.
Un’artista che ha saputo ricalcare vocalmente e musicalmente le star degli anni ’60 e ’70, acquisendone stile di vita, eccessi, dipendenze e depressione.
Una cantante entrata a far parte, con la morte, del Club dei 27, insieme a divi maledetti come Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Kurt Cobain.
Tatuata e truccata con una pesante riga di eyeliner, labbra accese, , Amy non subiva le mode, ma le sapeva creare.
Karl Lagerfeld le aveva dedicato anche una collezione. Chanel nel 2008 e Jean Paul Gaultier, hanno mandato in passerella tanti suoi cloni con vestiti rosa, giallo, rosso, azzurro, violetto, suoi i colori preferiti.
Lo scorso anno, Londra le ha regalato un monumento, a grandezza naturale, creato dallo scultore Scott Eaton. Una statua divenuta meta di ‘pellegrinaggio’ da parte dei fan.
Quest’anno, il 3 luglio in tutte le sale britanniche, è uscito il documentario intitolato “Amy di Asif Kapadia“, che il 15, 16 e 17 settembre approderà anche in Italia. Mostre, concerti ed eventi in suo onore e stasera su Sky Arte HD (120 e 400 di Sky) la messa in onda alle 19.10, del concerto che Amy tenne alla Porchester Hall di Londra.