Assica-Assocarni, dopo l’allarme tumori lanciato alcuni giorni fa dall’Oms, associandolo al consumo di carni lavorate e semi-lavorate, soprattutto se cotte alla brace, chiarisce che poiché “Gli italiani seguono la dieta mediterranea, consumano mediamente meno carne e salumi dei loro vicini europei, e ancora meno rispetto agli americani (sia del sud che del nord) o australiani, “la nostra salute non è a rischio”.
“Le carni dei bovini allevati in Italia – precisa ancora Assica -Assocarni – presentano livelli di contenuto in grassi di gran lunga inferiore alla media dei paesi europei ed extraeuropei”. “Confidiamo, pertanto, che non si crei un ingiustificato allarmismo che rischia di colpire uno dei settori chiave dell’agroalimentare italiano. Che contribuisce a circa il 10-15% del prodotto interno lordo annuo, con un valore complessivo pari a circa 180 miliardi di euro”.
A pensarla così anche Coldiretti, che afferma: “La carne italiana è la più sana. Le carni Made in Italy sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione ‘Doc’ che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali garantendo agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini”.
Inoltre, aggiunge ancora Coldiretti, “il rapporto Oms è stato eseguito su scala globale su abitudini alimentari molto diverse dalle nostre”, dove il consumo di wurstel e insaccati è minore rispetto, a quello negli Usa e nel resto del Nord Europa.
“I falsi allarmi lanciati sulla carne mettono a rischio 180mila posti di lavoro in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”.