Il presidente americano, Barack Obama, si è sentito al telefono con il presidente della Corea del Sud, Park Geun-Hye, e il premier giapponese, Shinzo Abe, riaffermando “l’irremovibile impegno” degli Usa per la sicurezza dei due Paesi e sottolineando la necessità di “una risposta internazionale forte e unitaria al comportamento incosciente della Corea del Nord”.
Il segretario alla difesa Usa Ash Carter e il suo collega sudcoreano Han Min-koo avrebbero “concordato sul fatto che le provocazioni della Corea del Nord non possono non avere delle conseguenze future”.
“Una provocazione inaccettabile e irresponsabile” secondo loro, l’ultimo test nucleare eseguito dalla Corea del Nord che avrebbe anche causato un forte sisma di magnitudo 5.1 a 49 km a nord di Kilj.
La Casa Bianca ritiene di dover aspettare necessariamente valutazioni indipendenti. Mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu già si è mosso per ulteriori misure restrittive con una nuova risoluzione.
“La Corea del nord è uno Stato responsabile, non saremo mai noi i primi ad utilizzare armi nucleari né a trasferire tecnologie”. Si difende il governo di Pyongyang in un comunicato diffuso dalla missione della Nord Corea all’Onu, dopo l’annuncio di un nuovo test nucleare.
E l’alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, in una nota chiede proprio a Pyongyang “di tornare a impegnarsi in dialogo significativo e credibile con la comunità internazionale nel quadro dei colloqui a sei”. Spiegando anche che parlerà del test nucleare condotto dalla Corea del Nord con i ministri degli esteri della Corea del Sud, Yun Byung-se, e del Giappone, Fumio Kishida, e che “lavorerà con il Consiglio di Sicurezza” che si terrà oggi a porte chiuse.