Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi respinge al mittente le accuse di conflitto di interesse sul salvataggio di alcune banche italiane (Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banco Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti) mosse da Forza Italia, Lega e Movimento Cinque Stelle.
E sottolinea: “Non c’è stato un singolo evento che possa giustificare le accuse di conflitto di interesse”.
La prima mozione è stata respinta dal Senato, con 178 voti contrari e 101 a favore. L’Aula del Senato ha detto “no” anche a quella presentata dal M5S, e i voti contrari sono stati 174, mentre 84 quelli a favore e 1 astenuto.
Le due mozioni hanno anche aggiunto pressione al governo Renzi accusato dai partiti di opposizione di conflitto di interesse, poiché il padre di uno dei più stretti alleati del premier, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, è stato vicepresidente di Banca Etruria fino a quando l’istituto non è stato messo in amministrazione straordinaria.
Il fratello del ministro aveva lavorato presso la banca stessa. Boschi ha negato le accuse di conflitto di interesse per il salvataggio delle banche ed è sopravvissuta al voto di sfiducia, lo scorso dicembre, presentato dal M5S.
Sulla vicenda delle banche il governo italiano è riuscito a raggiungere un accordo il “last minute” con la Commissione europea, per aiutare gli istituti italiani a gestire i portafogli di crediti in sofferenza.