Bartolomeo Amidei e Paola Pelino hanno presentato giorni fa in Senato un disegno di legge atto a istituire l’ordine professionale dei pizzaioli: un modo sicuro per certificare la professionalità dei tanti lavoratori della gastronomia italiana, specializzati nella creazione della pizza che ad oggi non hanno ancora la stessa dignità di colleghi chef.
Sono 150mila i pizzaioli italiani che verrebbero interessati dalla legge, se questa dovesse essere approvata. Per costoro l’istituzione di un albo professionale sarebbe il culmine di un processo di rivendicazioni che ha portato anche alla candidatura della pizza a patrimonio dell’umanità Unesco.
Inoltre, l’istituzione di criteri formativi e dei requisiti minimi per l’iscrizione è anche un modo per tutelare i consumatori. Nel testo del ddl il pizzaiolo che si iscriverà all’albo dovrà aver esercitato la professione per almeno 18 mesi, dovrà riuscire a superare un esame finale dopo aver frequentato un corso pratico e teorico di 120 ore, comprensivo di laboratorio (30 ore), lingue straniere (40), scienze dell’alimentazione (20) e conservazione degli alimenti (30). Il diploma così ottenuto varrà per cinque anni, ai termini dei quali il professionista dovrà seguire un corso di aggiornamento.
Una proposta di legge che mira anche a difendere il made in italy visto che oggi nel nostro Paese sono circa 100mila le persone che ‘fanno la pizza’ e con gli aiuto-pizzaioli 150mila. Le pizzerie rappresentano il 50% del fatturato totale della ristorazione”.