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vittime strage dacca

“Sono nove le vittime italiane accertate finora dell’attacco di ieri sera a Dacca. Le famiglie sono state avvertite. La decima persona tra gli italiani che erano a cena al ristorante di Dacca non risulta ancora dagli accertamenti fatti – ha annunciato il ministro Gentiloni – Per ora non risulta tra i cadaveri, ci stiamo lavorando e stiamo in contatto con i suoi familiari”.

Secondo il direttore delle operazioni militari dell’Esercito, il generale Nayeem Ashfaq Chowdhury, la maggior parte degli ostaggi, in prevalenza italiani e giapponesi sono stati uccisi brutalemente con armi da taglio. Testimoni hanno raccontato di aver visto uno dei terroristi del commando armato di spada. Intanto sarebbe stato arrestato uno degli autori dell’attacco. E’ quanto ha riferito il premier Sheikh Hasina, aggiungendo anche che 13 ostaggi sono stati liberati e sei assalitori sono stati uccisi durante il blitz. “E’ stato un atto odioso. Il mio governo è determinato a sradicare il terrorismo”.

Le 9 vittime italiane massacrate in Bangladesh in un ristorante poco distante dall’ambasciata italiana.

– Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, ex manager alla Bernardi che ora lavorava in proprio. L’uomo abitava a Feletto Umberto (Udine), si trovava in Bangladesh per motivi di lavoro.

– Marco Tondat, 39 anni, imprenditore nel settore tessile, di Cordovado (Pordenone). “Doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì. Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere”, ha dichiarato il fratello. “Era partito un anno fa, perchè in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato a emigrare. A Dacca era supervisore di un’azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non è mancato per un incidente stradale. Non si può morire così a 39 anni”.

– Adele Puglisi, 54 anni di Catania, manager per il controllo della qualità per la Artsana.

– Claudia D’Antona di Torino, moglie dell’unico sopravvissuto Gian Galeazzo Boschetti, salvatosi perché era uscito nel giardino per rispondere a una telefonata. La coppia viveva da vent’anni in Bangladesh: lei era managing directror della Fedo Trading Ltd, di cui il marito era partner. La donna, che era laureata in legge, era anche volontaria della Croce Verde

– Simona Monti, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti)

– Nadia Benedetti di Viterbo, managing director della StudioTex Limited, azienda con sede principale a Londra, nel Regno Unito con succursale proprio a Dacca. La morte di quest’ultima è stata confermata dalla nipote Giulia su Facebook: “Ormai abbiamo perso anche l’ultima speranza: mia zia, Nadia Benedetti, è stata brutalmente uccisa nell’attentato in Bangladesh di ieri”.

– Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli e Claudio Cappelli di cui non si sa ancora molto.

Secondo quanto ha riportato un testimone citato dal Bangladesh Daily Star, sarebbero stati risparmiati quegli ostaggi che conoscevano versi del Corano mentre altri sono stati torturati. Il testimone che ha riferito questo particolare, è Rezaul Karim, padre di uno degli ostaggi, Hasnat Karim che insieme agli altri è rimasto oltre dieci ore nel ristorante di Dacca.