Greenpeace Italia lancia un allarme per la salute umana, sostenendo che “La presenza di frammenti di plastica negli oceani è un problema noto da tempo ed sempre più drammatico”, ma ciò nonostante, non si trovano ancora soluzioni.
Esisterebbe infatti, un vero e proprio allarme sanitario legato al crescente inquinamento ambientale presente nei mari che poi arriverebbe a contaminare anche pesci, crostacei e mollischi, e quindi le nostre tavole.
I dati disponibili confermano la necessità di dover intervenire al più presto.
Magari vietando la produzione di microsfere e definendo regole stringenti per ridurre l’utilizzo della plastica.
Tra le sostanze contenute spesso nelle microplastiche, troviamo ftalati, bisfenolo e Pcb, sostanze che una volta arrivate in mare, possono sia assorbire che cedere sostanze tossiche ed essere ingerite da numerosi organismi e poi dall’uomo.