Papa Francesco ha scelto 13 nuovi cardinali potenziali elettori in un eventuale Conclave, a cui si vanno ad aggiungere 17 ultra ottantenni per i quali la porpora sarà soltanto “onorifica”. Saranno nominati nel concistoro di novembre.
Ancora una volta il Santo Padre ha voluto rivoluzionare la Chiesa, guardare alle periferie del mondo con l’obiettivo di ridimensionare il potere “eccessivo” dei cardinali italiani ed europei.
Fra i nuovi porporati elettori c’è un solo italiano ossia il nunzio apostolico in Siria Mario Zenari, che resta alla nunziatura di Damasco.
Il papa aveva precisato “Sceglierò i cardinali un po’ dappertutto, perché la Chiesa è in tutto il mondo. La lista è lunga, ma ci sono soltanto tredici posti. E si deve pensare di fare un equilibrio. A me piace che si veda, nel Collegio cardinalizio, l’universalità della Chiesa: non soltanto il centro europeo; ma i cinque continenti, se si può”.
Il papa ha infatti annunciato durante l’Angelus di Domenica scorsa che i prescelti oltre A Mario Zenari sono: Dieudonne Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nella Repubblica centrafricana; Carlo Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid in Spagna, Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia in Brasile, Blase Cupich, arcivescovo di Chicago negli Stati Uniti, Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh, Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Merida, in Venezuela, Jozef De Kesel, arcivescovo di Maline-Bruxelles, in Belgio, Maurice Piat, arcivescovo di Port Louis nella Isola Maurizio. E ancora: Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i laici, famiglia e vita, Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla in Messico, John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis negli Stati Uniti.
I quattro nuovi cardinali che, avendo superato gli ottanta anni, non potrebbero votare in un eventuale conclave, sono invece: Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara, Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoek, nel Lesotho e il reverendo Ernest Simoni, sacerdote dell’arcidiocesi di Shkodre-Pult (Scutari-Albania) a lungo perseguitato dal regime comunista albanese. E’ stato a lungo carcerato e costretto ai lavori forzati nelle fogne di Scutari prima di tornare al suo ministero attivo in seguito al crollo del regime comunista.
Si tratta dunque, di cardinali estranei agli ambienti di Curia e che sono considerati vicini molto vicini e persone di fiducia di Papa Francesco.
La geografia del Collegio cardinalizio è decisamente cambiata rispetto agli inizi del suo pontificato. I nuovi porporati sono meglio distribuiti e provengono 5 dall’Europa, 4 dal Nord America, 2 dall’America Latina, 3 dall’Africa, 2 dall’Asia e 1 dall’Oceania.
Con le nuove nomine il numero dei cardinali che potrebbero entrare in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice è di 121, mentre 107 è il numero dei cardinali non elettori.
La suddivisione per aree geografiche dei 121 elettori vede 54 cardinali europei, 17 nordamericani, 4 centroamericani, 13 sudamericani, 15 africani, 14 asiatici e 4 oceanici.
L’Italia resta la nazione più rappresentata con 25 cardinali elettori, seguita dagli Usa con 10, da Francia e Brasile con 5, da Spagna, Polonia, India e Messico con 4, da Germania e Canada con 3, da Portogallo, Argentina, Venezuela e Filippine con 2 cardinali elettori.