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La città di Israele ha annunciato ieri di sospendere la cooperazione con l’Unesco dopo la decisione da parte del Comitato esecutivo dell’organizzazione dell’Onu di dichiarare che il Muro del Pianto e la Spianata delle moschee non hanno nulla a che vedere con l’ebraismo.

Dopo la risoluzione del comitato esecutivo dell’Unesco che ha sancito che questi due luoghi storici, sarebbero sacri solo per la religione musulmana, approvando l’utilizzo del solo nome arabo nonostante l'”importanza della città vecchia di Gerusalemme e le sue mura per le tre religioni monoteiste”, il ministro dell’Educazione, Naftali Bennett, ha inviato una lettera alla direttrice Irina Bokova, accusando l’organizzazione di “fornire supporto al terrorismo”.

Nella lettera, pubblicata su Twitter, il ministro annuncia la sospensione, da subito, di “tutte le operazioni con l’Unesco. “Non ci saranno incontri con i suoi rappresentanti” e “non parteciperemo alla conferenze internazionali”, si legge ancora nella nota.

E motivando tale decisione aggiunge “Dopo la vergognosa decisione dei membri dell’Unesco di negare la storia e ignorare migliaia di anni di legami ebraici con Gerusalemme e il Monte del Tempio” (Spianata delle Moschee), ho comunicato alla Commissione nazionale di Israele per l’Unesco di sospendere tutte le attivita’ professionali nell’organizzazione internazionale”.

La risoluzione in questione “presume un sostegno immediato al terrorismo islamista”, sostiene Benet, avvertendo che “coloro che ricompensano i sostenitori della jihad a Gerusalemme, nella stessa settimana dell’assassinio di due israeliani, potrebbero essere anche le prossime vittime”. “I terroristi di domani possono ricevere ispirazione e legittimazione dall’atto deplorevole dell’Unesco”, ha aggiunto ancora il anministro, chiedendo al mondo di opporsi “apertamente e ad alta voce” alla risoluzione approvata dall’agenzia dell’Onu su proposta palestinese.