La congregazione vaticana per la Dottrina della fede ha ridetto sì alla cremazione, ma in un’istruzione resa nota ieri, ha precisato che secondo la fede cristiana non è permessa la dispersione delle ceneri dei defunti “nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo”, né la loro conversione “in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”, ribadendo “le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei corpi” in luoghi di culto, cimiteri.
La chiesa sottolinea, infatti, che da decenni la cremazione del cadavere “non è vietata” poiché “non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo”. Ma “Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”, si legge ancora nell’istruzione dell’ex Santo Ufizio, “non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione. Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana – conclude l’istruzione – si devono negare le esequie, a norma del diritto”. Perché, seguendo “l’antichissima tradizione cristiana”, l’istruzione vaticana “raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro. Nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, mistero alla luce del quale si manifesta il senso cristiano della morte, l’inumazione è innanzitutto la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale”.
L’istruzione “Ad resurgendum cum Cristo”, per risuscitare con Cristo, pubblicata ieri, è stata firmato lo scorso 15 agosto, solennità dell’assunzione della Madonna in cielo, dal cardinale prefetto dell’ex Santo Uffizio, il tedesco Gerhard Ludwig Mueller, e dal segretario, il gesuita spagnolo Luis Ladaria, ed è stata approvata da Papa Francesco il 18 marzo scorso.
Il documento ricorda che sin dal 1963, con l’istruzione “Piam et constantem”, l’allora Santo Uffizio stabilì che la cremazione non è “di per sé contraria alla religione cristiana”, indicazione poi ripresa nel 1983 tanto dal Codice di diritto canonico che dal Catechismo della Chiesa cattolica. “Nel frattempo la prassi della cremazione si è notevolmente diffusa in non poche Nazioni, ma nel contempo si sono diffuse anche nuove idee in contrasto con la fede della Chiesa”, spiega la congregazione per la Dottrina della fede, che ha pertanto “ritenuto opportuno la pubblicazione di una nuova Istruzione, allo scopo di ribadire le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei corpi e di emanare norme per quanto riguarda la conservazione delle ceneri nel caso della cremazione”.