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La vitamina D svolge nei primi stadi di sviluppo del feto un importante ruolo. Ad esserne certi i ricercatori australiani che hanno scoperto un legame tra la carenza di vitamina D durante la gravidanza e l’autismo.

Lo studio, condotto su donne in gravidanza alla ventesima settimana, ha dimostrato che quelle con bassi livelli di vitamina D hanno più probabilità di avere un bambino con tratti autistici.

La scoperta consiglia dunque la somministrazione di integratori di vitamina D durante la gravidanza, così come è normale prendere acido folico per ridurre l’incidenza di spina bifida nei nascituri.

Il professor John McGrath del Brain Institute dell’Università del Queensland, che ha guidato la ricerca insieme al dottor Henning Tiemeier del Centro Medico Erasmus dei Paesi Bassi, ha affermato: «Questo studio fornisce ulteriori prove del fatto che livelli bassi di vitamina D sono associati ai disturbi dello sviluppo neurologico. Gli integratori potrebbero ridurre l’incidenza dell’autismo, una condizione dello sviluppo neurologico che colpisce a vita, tra l’altro, anche le capacità di un individuo di relazionarsi con l’ambiente e con gli altri. Non consigliamo una maggior esposizione al sole, a causa dell’aumentato rischio di cancro della pelle, in paesi come l’Australia, invece, è possibile che un integratore di vitamina D, sicuro, economico ed accessibile al vasto pubblico possa ridurre questo fattore di rischio».

La vitamina D si ottiene con una maggiore esposizione al sole, ma può anche essere trovata in alcuni alimenti che ne sono ricchi o integratori alimentari. La vitamina D è essenziale per mantenere la salute del tessuto osseo e questo studio la collega anche allo sviluppo del cervello.