La Fondazione Prada raddoppia e, dopo la sede di via Isarco, apre un nuovo spazio nel centro di Milano: in Galleria Vittorio Emanuele. Sopra la galleria, al quinto e sesto piano dell’edificio che ospita anche il negozio di abbigliamento maschile.
La nuova sede di 800 metri quadri ripartiti su due piani, appena restaurati, ha come obiettivo quello di riflettere sul ruolo dell’immagine nell’era digitale, esplorare le tendenze e le espressioni più innovative della fotografia contemporanea, nonché le sue relazioni con altri linguaggi e discipline.
Si intitola Give Me Yesterday la mostra inaugurale, a cura di Francesco Zanot, che coinvolge 14 autori italiani e stranieri – Melanie Bonajo, Kenta Cobayashi, Tomé Duarte, Irene Fenara, Lebohang Kganye, Vendula Knopová, Leigh Ledare, Wen Ling, Ryan McGinley, Izumi Miyazaki, Joanna Piotrowska, Greg Reynolds, Antonio Rovaldi, Maurice van Es – con una cinquantina di lavori, dai primi anni Duemila a oggi. Come è cambiato il diario fotografico al tempo dei social network è il tema che emerge in questa collettiva in cui la messa in scena, l’immagine studiata e costruita di aspetti della quotidianità e della vita intima e privata prendono il posto dell’immediatezza e della spontaneità propri della narrazione personale.
La figura della madre è centrale in molte delle opere in mostra: per esempio, nei ritratti di Leigh Ledare (Stati Uniti, 1976) o negli originali lavori digitali di Lebohang Kganye (Sudafrica, 1990) che inserisce se stessa all’interno di vecchie istantanee della madre scomparsa. E ancora si ritrova la presenza materna negli still life di Maurice van Es (Olanda, 1984), che fotografa vestiti e oggetti domestici.