Il governo è pronto a procedere con controlli e sanzioni. I cosiddetti voucher, i ticket da dieci euro lordi nati per pagare i lavoretti “accessori” e per permettere all’economia sommersa di emergere, stanno diventando una regola.
La stessa maggioranza che sostiene il governo Gentiloni ne chiede una modifica o addirittura, come nel caso della minoranza Pd, l’eliminazione. La decisione sarebbe a giorni.
I dati raccolti dall’Osservatorio sul precariato parlano infatti che nel solo 2016 le assunzioni a tempo indeterminato sono crollate, i disoccupati sono rimasti a quota tre milioni mentre i buoni lavoro sono cresciuti con percentuali da capogiro, 121 milioni, solo da gennaio a ottobre.
Il mercato del lavoro ha bisogno dunque di un segnale forte ed urgente, prima che siano le urne a decidere con i tre referendum promossi dalla Cgil (ritorno all’articolo 18, abolizione dei voucher, corresponsabilità negli appalti) e sulla cui ammissibilità si esprimerà la Corte Costituzionale il prossimo 11 gennaio.
In merito alla pronuncia su tutti i quesiti, la questione dei voucher sarà meno rilevante rispetto alla possibilità che crolli l’intero Jobs Act.