Per gli esami e le visite mediche prenotate a partire da oggi i cittadini lombardi dovranno pagare un superticket fino a 30 euro.
Il suo dimezzamento — pluriannunciato e introdotto neppure un mese fa, il primo febbraio, con la cifra massima che non poteva più superare i 15 — è stato bloccato dal Pirellone.
Questo vuole dire che esami, Tac e risonanze magnetiche costeranno di nuovo 66 euro, anziché 51.
Ecco allora che quando i pazienti si sottoporranno a prestazioni sanitarie dovranno sborsare 36 euro di ticket, più un ulteriore balzello introdotto dalla Finanziaria 2011: il suo valore andava da 0 a 30 euro, ridotto dall’assessore Giulio Gallera da 0 a 15 euro con una delibera del 30 gennaio.
La Regione Lombardia fa un passo indietro. La misura viene congelata. A deciderlo è la giunta. Il Consiglio dei ministri, giovedì scorso, ha considerato illegittimo il provvedimento di taglio del superticket che viola l’articolo 117 della Costituzione: spetta allo Stato avere la parola su leggi in materia di finanza pubblica.
Il superticket è stato introdotto da una disposizione nazionale e pertanto deve portare un introito alle casse pubbliche della Lombardia tra i 130 e i 150 milioni di euro l’anno.
Se il Pirellone lo vuole tagliare, è libero di farlo, ma deve comunque fronteggiare la stessa cifra di rientro, altrimenti, per legge, non è possibile.
C’è però chi non ci sta, come l’assessore Gallera, che dichiara: «Alla luce dei conti della Lombardia in pareggio, vogliamo essere liberi di tagliare il superticket». «È uno scontro politico-istituzionale che penalizza i cittadini lombardi — continua Gallera —. Adesso speriamo di riuscire a fare valere le nostre ragioni davanti alla Corte Costituzionale, anche se ci potrà volere almeno un anno».
Nel frattempo, però, i pazienti saranno costretti a pagare.