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Nuovi raid aerei sono stati compiuti nelle ultime ore nel nord-ovest della Siria, nell’area colpita ieri dal presunto attacco chimico attribuito alle forze governative di Assad. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), il numero delle vittime soprattutto bambini sarebbe salito ad almeno 72.

La città è in mano ai ribelli nel nord della Siria, esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano: così il ministero della Difesa russo descrive quanto accaduto ieri nella provincia di Idlib.

Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto stamattina che le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun, aggiungendo che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzate in Iraq e lo stesso tipo di armi erano state usate precedentemente dai ribelli ad Aleppo, dove si erano registrate sintomatologie simili a quelle osservate nelle immagini arrivate ieri da Khan Sheikhoun.

Bambini e adulti stesi per strada, seminudi, con gli occhi sbarrati nello sforzo sovrumano di continuare a respirare, mentre venivano innaffiati con forti getti d’acqua. Altri con la schiuma alla bocca, intubati dai medici.

Le immagini che arrivano da Khan Sheikhun sono le stesse della Ghuta orientale, viste circolare sui media nell’estate del 2013. Un altro attacco chimico in Siria, che ha provocato decine di morti, e feriti che gli attivisti e i governi occidentali imputano al regime di Assad.