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Da tempo i selfie sono entrati nelle corsie e nelle sale operatorie degli ospedali, e in alcuni casi il cattivo gusto ha avuto anche risvolti drammatici, come quando nel gennaio scorso a Perugia quando alcuni camici bianchi si sono ritratti con un uomo appena operato che poi subito dopo è morto.

Il ministero della sanità ha scritto alla federazione nazionali degli ordini dei medici (Fnomceo), al collegio degli infermieri (Ipasvi) e ai rappresentanti di ostetriche e tecnici di radiologia per dire “basta”. Non si accettano più scatti in corsia o nelle sale operatorie , che quando va bene restano nelle memorie degli smartphone e quando va male, cioè molto spesso, finiscono sui social network.

“Sono ormai frequenti le notizie di stampa che segnalano il dilagare del fenomeno della pubblicazione di fotografie e selfie sui social network scattate da parte di professionisti sanitari durante l’esercizio dell’attività lavorativa presso le corsie di ospedali o sale operatorie in strutture pubbliche e/o private, fino a sfociare in alcuni casi nella violazione della privacy del paziente”.

La comunicazione è partita il 29 marzo scorso e alcuni giorni dopo dalla Fnomceo è stata girata agli Ordini provinciali. Sempre secondo il ministero, con quelle foto le attività cliniche diventano oggetto di spettacolarizzazione e, oltre a ledere la privacy dei malati, “compromettono l’immagine degli stessi sanitari, oltreché il rapporto di fiducia tra il paziente e il sistema sanitario nel suo complesso”.

Da Roma si spiega ai rappresentanti dei vari lavoratori che è necessario contrastare tali comportamenti, che talvolta derivano da una “sottovalutazione della situazione da parte del professionista sanitario “. In chiusura si chiede di inviare “specifiche raccomandazioni ” a tutte le sedi locali “per scongiurare o, quanto meno, arginare il verificarsi di tali fatti”. Nell’inciso finale si ammette la difficoltà di bloccare definitivamente comportamenti tanto diffusi.

Il richiamo all’etica professionale del ministero è stato girato dalla presidente della Fnomceo Roberta Chersevani a tutti gli ordini provinciali il 5 aprile scorso.

“Per un medico che ha prestato giuramento professionale appare inaudito realizzare simili comportamenti”, scrive all’inizio la presidente. Poi illustra quali norme del codice deontologico vengono violate da chi fa selfie e foto in corsia e quindi si riserva un passaggio per lanciare una frecciata al ministero. Proprio in chiusura dice: “Nella certezza che i comportamenti segnalati riguardino una minima parte dei tanti
medici positivamente operanti negli ospedali e nelle strutture sanitarie, vi invito comunque a portare a conoscenza degli iscritti questa comunicazione a vigilare”.