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Il parto in acqua è ora hi-tech, grazie a un’app e un orologio subacqueo intelligente chiamato ‘smartwatch‘, in grado di misurare le contrazioni, la durata, la frequenza e l’intensità, inviandole a un dispositivo per gli operatori sanitari.

Operazione partita ieri a Palermo presso l’ARNAS-Civico (secondo centro in Italia, per numero di parti in acqua), in collaborazione con Pharma Mum Italia.

Lo scopo è quello di verificare in maniera oggettiva, attraverso lo studio delle contrazioni della partoriente, se effettivamente partorire in acqua sia meno doloroso per la paziente oppure no.

Grazie allo smartwatch al polso della donna, può restare comodamente in acqua per tutta la durata del parto monitorando contrazioni e battito cardiaco.

Solo in Italia partorisce in acqua una donna su 10 di coloro che hanno un parto naturale; percentuali molto distanti da quelle di altri Stati europei.

“Per coloro che hanno travagli lunghi, con contrazioni prolungate e molto dolorose e fastidiose, l’acqua genera benefici incredibili”,
spiega Sara Amato, coordinatrice delle ostetriche dell’ARNAS-Civico.