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Il minestrone classico, quello che fa storcere il naso a molti e fin da bambini, fa il suo ingresso trionfante nei ristoranti di lusso grazie a chef creativi che rivisitano i piatti (rigorosamente fondi). Così i menù fluidi divengono i protagonisti dell’offerta culinaria più raffinata della penisola, la base di partenza per mangiare sano, pulito e dietetico, come sostengono i fautori delle diete liquide e dei digiuni a base di brodo.

In occasione di San Valentino, ad esempio, Francesco Apreda, pluripremiato chef del ristorante stellato Imàgo dell’Hotel Hassler di Roma, rivisita il suo menù, e in cima alla famosissima scala di Trinità dei Monti mette “Una pietanza che non cambia il menù, ma lo sostituisce con il cappellotto di parmigiano in brodo di pollo, – spiega Apreda. “Il futuro sarà sempre più vegetariano e le zuppe rendono vivaci e soddisfacenti i piatti di verdure. Abbino cibi solidi a quelli fluidi e questi ultimi danno sapidità al piatto grazie alle spezie, senza alcun bisogno di aggiungere il sale. Viaggiando in Giappone e in India ho infatti arricchito le nostre minestre tipiche mediterranee in stile Thai, aggiungendo ad esempio coriandolo, semi di senape, curcuma, peperoncino e latte di cocco ma anche il nostro pecorino. Il minestrone di verdure di stagione è un piatto molto amato dai vegani e lo insaporisco con alghe e plancton in polvere dandogli un sapore marino anche senza dovere usare il pesce. La mia minestra maritata napoletana, fatta con i mazzi di cavoli misti, brodo di carne e parmigiano è molto richiesta e la abbino ai ravioloni di arzilla tipici invece di una minestra romana”.

Anche i dolci si abbinano a ‘cappuccini’ di mango e tisane di nocciola e sambuco. Conclude lo Chef: “Mangiare un grande brodo o una zuppa o un consommé mi emoziona perché dietro a questi piatti c’è molta tecnica, preparazione ed esperienza. Ho voluto perciò arricchire il menù con piatti fluidi speziati, che possano stuzzicare il palato dei commensali ed emozionare anche loro”.

Il brodo al bicchiere è il nuovo snack di tendenza e spezza-fame nella stagione fredda. E i broth bar hanno grande successo non solo a New York (il più famoso è Brodo fondato da chef Marco Canora) ma anche a Londra, (il Bone Tea al 97 di Flee Street vicino Blackfriars, il primo brodo bar aperto), Parigi e Berlino.

Sulle virtù del consommé a scopo dimagrante punta la naturopata Kellyann Petrucci, autrice delle diete fluide di molte celebrities. “Il brodo calma il languorino, è brucia grassi e sazia senza aggiungere chili perché non contiene carboidrati e ha solo poche calorie”, spiega la naturopata, autrice della ‘Dieta del brodo’, titolo del libro best seller negli States e appena uscito ora in edizione italiana per Newton Compton.