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Tutti esauriti, in soli quattro mesi, i biglietti del concerto di Cesare Cremonini allo Stadio Renato Dall’Ara di Bologna del prossimo 26 giugno. Un debutto importante per Cremonini nello stadio della sua città, reso ancor più significativo dal fatto che sarà il primo artista bolognese a tornare ad esibirsi nello stadio felsineo dai tempi dello storico concerto Dalla-De Gregori del 1979 con il tour di Banana Republic.

La data di Bologna chiuderà i quattro concerti che si terranno negli stadi che inizieranno a partire dal prossimo 15 giugno a Lignano (Stadio Teghil) per poi proseguire il 20 giugno a Milano (Stadio San Siro), il 23 giugno a Roma (Stadio Olimpico) e chiudere il tour a Bologna il 26 giugno allo Stadio Dall’Ara.

Il tour “Cremonini Stadi 2018”, è prodotto e organizzato da Live Nation Italia.

Radio Italia è media partner ufficiale.

Da venerdì sarà in radio “Nessuno vuole essere Robin”, il secondo singolo estratto dal disco “Possibili Scenari”. “Questa canzone”, come ha più volte spiegato Cremonini, “è un flusso di coscienza personale, mi è esplosa fra le mani come una detonazione ininterrotta dall’inizio alla fine del brano”.

L’imbarazzo di una supplica, il timore malcelato di mostrarsi fragili, un cane da compagnia ormai più compagno che cane, sono alcuni dei segni strategici di un brano che non trattiene le parole, ma le innalza a pensieri e riflessioni universali sulle “contraddizioni di un’epoca in cui la legittima ricerca di sicurezza e di benessere personale coincide con la paura e la sfiducia nel prossimo”.

Cremonini, dopo la pubblicazione del primo singolo “Poetica”, con “Nessuno vuole essere Robin” inquadra, con il suo personale sguardo, i rapporti di coppia, evidenziando il paradosso di un’epoca post-moderna “ancora sorprendente rispetto al passato, ma priva di straordinarietà nella routine del racconto quotidiano sui social network”, come la definisce lui stesso.

In contemporanea con l’uscita del singolo, verrà presentato il videoclip della canzone girato tra Bologna e Londra e diretto da Giorgio J. Squarcia.