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Il metodo ideato dalla psichiatra Maria Montessori è uno dei sistemi educativi più noti e influenti all’estero, i suoi principi non sono noti anche in Italia ma in modo superficiale.

Non mancano però scuole pubbliche italiane, primarie e secondarie, che lo adottano con buoni risultati.

Il metodo Montessori è attuale e rivoluzionario perché non punta alla performance e al confronto fra i più bravi e meritevoli ma nutre l’indole dei bambini. “La metodica stimola i bambini a dare il meglio di sé favorendo le condizioni per sviluppare tutto il loro potenziale, – spiega Daniele Novara, pedagogista, direttore del Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza nell’introduzione del nuovo saggio ‘Il metodo Montessori per tutti’ scritto dalle colleghe Laura Beltrami e Lorella Boccalini (Bur Rizzoli Parenting editore).

Il nuovo manuale può aiutare a comprendere meglio e ad usare al meglio i principi cardine del metodo con i propri figli educandoli alla libertà e all’autonomia anche a casa.

“La metodica si basa sul rispetto della libertà di sviluppo del bambino, della sua autonomia, dei suoi tempi e delle sue inclinazioni. Gli adulti e gli insegnati accompagnano i piccoli facendoli meravigliare ed appassionare a loro stessi, alle loro scoperte e capacità” spiegano le autrici del saggio che forniscono molti spunti di riflessione per i genitori che vogliono crescere bambini sicuri di sé . A cominciare dalla cameretta, che va ripensata a misura di apprendimento Montessori, cominciando da questi principi:

1) La casa è il primo luogo abitato dai bambini, là devono iniziare a muoversi sentendosi padroni. solo così se ne prenderanno cura. Cameretta per sé o condivisa non importa, l’importante è che il piccolo acceda da solo ai suoi giochi senza dover aspettare che sia qualcuno a proporglieli. Non fa le costruzioni? Guardate dove sono posizionate prima di dire che non è portato. Non fa i puzzle? Controllate dove è infilata la scatola, magari sotto una pila di libri?
2) Ci vuole pulizia: troppi giocattoli non servono. Eliminate quelli che usava da piccolo e date spazio ai giochi che lo incuriosiscono ora. Lasciate spazio libero per muoversi, senza dovere fare largo fra impicci e giochi che non sua neanche più.
La camera non è fatta solo di giocattoli. anche i mobili devono essere accessibili direttamente dal bambino. Tavolino, sedia, tappeto, libreria, lettino: deve raggiungerli da solo e usarli per i suoi bisogni, per riposarsi, leggere, giocare, scoprire.
3) Una sola zona esclusiva non basta. Oltre alla sua stanza anche la sala e il resto della casa devono permettere movimenti liberi ai piccoli. alcuni esempi: all’ingresso si può montare un attaccapanni alla loro altezza, posizionare uno sgabello per arrivare ai mobili della cucina , scegliere una sedia più alta dotata di pioli per farlo sedere a tavola, mettere uno specchio alla sua altezza in bagno. In questo modo diventerà autonomo in modo spontaneo e sicuramente prima di quanto non facciano i bambini che crescono in case progettate per gli adulti.
4) L’ordine è importante, non solo la pulizia. Riordinando la loro camera gli adulti ammucchiano da una parte, ripongono i giochi secondo un metodo loro e non dei propri figli. Non sembra ma i piccoli lo notano. Invitate a riordinare la stanza da sé il prima possibile, supportandolo e ricavando spazi dedicati alle sue cose come cassetti, ceste, armadi.