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Una direttiva europea del 2014 stabilisce che tutti i paesi membri devono adottare le stesse nuove regole sulle revisioni dei veicoli a motore, ovvero dei test in cui vengono valutate le condizioni di sicurezza, rumorosità e livello di emissioni inquinanti delle automobili. L’Italia ha recepito la direttiva solo nel 2017 e dovrà renderla pienamente operative a partire dal prossimo 20 maggio.

Pertanto, dal 21 in poi, chi effettuerà la revisione, vedrà cambiare il sistema in uso finora criticato da anni perché non abbastanza severo nei confronti di “scala” i chilometri di un’automobile usata per aumentarne il valore di mercato nel caso di rivendita. Dal 21 maggio 2018 infatti verrà emesso un nuovo certificato di revisione, sul quale saranno annotati i chilometri al momento della revisione.

Dati che poi verranno registrati e pubblicati sul sito internet Portale dell’Automobilista (consultabile da tutti) e anche nel documento unico di circolazione. L’attestato in vigore dal 1 luglio 2018 che “unisce” il certificato di proprietà e la carta di circolazione, i fogli emessi dal Pubblico Registro Automobilistico e dalla Motorizzazione Civile che accertano la proprietà di una vettura e dimostrano che il veicolo possiede i requisiti per circolare su strada pubblica.

Scalare il chilometraggio di un’auto è un reato. Stando a quanto scrive La Repubblica, con l’inasprimento delle regole il Ministero dei Trasporti ha deciso di fissare regole più severe anche per i tecnici addetti ai controlli, tra cui la revoca della licenza.

La revisione ai veicoli a motore va effettuata nel nostro paese quattro anni dopo la prima immatricolazione e da quel momento in poi ogni due anni. Chi trasgredisce a ciò va incontro ad una multa da almeno 169 euro, cifra che potrà raddoppiare nel caso in cui si venga pizzicati due volte di fila.