Si è ammalata di tumore ed è stata giudicata dall’Ats, l’Agenzia di tutela della salute, idonea al lavoro anche se con alcune limitazioni nella sua attività. Per questo motivo l’azienda pubblica per cui lavora da 33 anni, come addetta alla pulizia e alla cura dei malati del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano, storica istituzione religiosa di assistenza agli anziani, l’ha licenziata.
L’episodio è stato denunciato dal Sindacato generale di base (Sgb) che ha già annunciato che assisterà la donna nella causa legale per la sua reintegrazione oltre a “denunciare anche questo caso scandaloso nella manifestazione del Primo Maggio”. La lavoratrice, 53 anni, è un’ausiliaria socio-assistenziale (Asa) che per 36 ore di lavoro settimanale percepisce circa 1.100 euro netti, è sposata e ha un figlio studente. Cinque anni fa si è ammalata di una patologia oncologica.
All’ANSA ha spiegato che “pur non potendo sollevare pesi superiori ai cinque chili può tranquillamente proseguire a distribuire pasti e pulire i pazienti più autonomi o fare anche altre attività”. “Altri dipendenti nelle mie condizioni sono stati ricollocati in lavori analoghi e non vedo perché questo non debba essere fatto per me – ha aggiunto -. Dopo 33 anni di dedizione al lavoro vengo messa alla porta da un’istituzione che si dice religiosa”.
Nella lettera di licenziamento, firmata dal direttore generale don Pierluigi Ondei, è scritto fra l’altro “si rileva che la Provincia (termine con cui si indica l’ente religioso di gestione, ndr) ha esperito il tentativo di ricollocarla in mansioni differenti, equivalenti o finanche inferiori a quelle attuali compatibili con il suo stato di salute, appurando tuttavia l’insussistenza di posizioni alternative disponibili, sia presso la struttura di Milano, sia presso le altri sedi della Provincia”.