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Da Napoli, arrivano buone notizie in merito alla prevenzione in ambito tumorale. Grazie ad innovative tecnologiche in ambito genomico e delle neoplasie ad elevata incidenza nella popolazione generale e di difficile gestione clinica, nonché il confronto sugli avanzamenti tecnologici nel campo della diagnostica oncologica, con particolare rilievo verso le neoplasie del sistema nervoso centrale, tiroidee ed endocrine in generale, della mammella e della prostata, affrontati nel corso del convegno che si è tenuto alcuni giorni fa nel capoluogo campano, presso il Centro congressi dell’Università Federico II e che ha visto numerosi esperti provenienti da tutta Italia, partecipare a questo importante incontro medico-scientifico.

Grande attenzione, è stata posta su due grandi topic della patologia neoplastica: mammella e prostata.

Si è spiegato infatti come identificare i fattori di rischio, attraverso la creazione di programmi di screening «personalizzati» e delle terapie mirate (terapia genomica, selezione del trattamento in base al profilo genetico/genomico).

«La Campania rappresenta una eccellenza in campo medico e nella ricerca ma è altrettanto importante fare prevenzione. Spesso si va fuori senza motivo, bisogna invece informare sulle notevoli capacità delle competenze che esistono nei nostri territori», ha spiegato Annamaria Colao, coordinatore scientifico del convegno sulle neoplasie che si è tenuti in questi giorni a Napoli.

In particolare è emerso che anche al Sud, vi è la possibilità di monitorare campioni provenienti da altre regioni italiane, grazie ad un laboratorio di genomica all’avanguardia che consente al CMO di Torre Annunziata di fare moltissime ricerche e test oncologici che sono indicativi per la terapia del paziente da seguire ma soprattutto per l’approccio chirurgico, per identificare una possibile mutazione genetica, grazie ad un kit con il quale è possibile prelevare direttamente da parte del chirurgo di fiducia un campione anche da un’altra città o regione per un controllo costante.

Due kit, uno blu per i tessuti (colon, polmone, tiroide e ovaio) e uno rosso dedicato esclusivamente alla mammella.

«Siamo in grado di fare il famoso test genetico Brca1 e Brca2, quello fatto da Angelina Jolie per tutelarsi dal cancro al seno. Possiamo fare un test predittivo estendendolo anche ai familiari. Per questi test abbiamo un laboratorio dedicato. C’è anche un colloquio con la psicologa prima di comprendere la familiarità della mutazione», ha spiegato Imma Ricciardelli, responsabile scientifica del congresso che, dopo i saluti dell’amministratore del Cmo Luigi Marulo e del sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, si è aperto con la lettura magistrale «Il Futuro della ricerca biomedica» di Annamaria Colao, tra le primi quindici migliori scienziate italiane nel mondo per proseguire, poi tra gli altri, con l’oncologo Michelino De Laurentis, direttore dell’Oncologia senologica del Pascale, l’endocrino-chirurgo Stefano Spiezia, l’oncologo Antongiulio Faggiano, Sabino De Placido direttore dell’Oncologia medica della Federico II.