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Claudio Baglioni

su Facebook, circa un’ora fa, ha annunciato quello che sarà il suo prossimo Sanremo bis.

Il perché della sua seconda volta, e il perché ha deciso di alzare ancora di più l’asticella per la 69esima edizione del festival di Sanremo.

La prima sfida, per lui, la più grande, sarà quella di allungare la durata della kermesse canora, portandola a ben due settimane. Partendo da 6 serate dedicate ai ‘Giovani emergenti‘, di età compresa tra i 16 e i 36 anni non ancora compiuti, 4 selezioni e 2 finali – trasmesse in diretta su Rai Uno, in contemporanea su RadioDue e in differita su Rai 4 e con replica su RaiUno.

Ma vediamo nel dettaglio, come egli stesso ha spiegato, definendosi, ancora una volta, direttore artistico e ‘dittatore’ del festival della Canzone Italiana.

“Avrei potuto lasciare. E, invece, ho scelto di raddoppiare. Continuare, bissando, è la scelta più difficile. Ma il fascino dell’impresa è sempre proporzionale al rischio: più grande il rischio, più grande l’impresa. E chi mi conosce sa che, nella mia vicenda professionale, non mi sono mai accontentato né mai tirato indietro di fronte a una sfida. Forse perché ho sempre pensato che chi, come me ha avuto tanto, deve meritare la fortuna, se non altro, continuando a confrontarsi con essa. Il Festival di Sanremo, che di per sé sarebbe un caso unico, non poteva certo rappresentare l’eccezione a questa mia regola di vita, ed è per questo che ho deciso di raddoppiare.
Confesso che l’idea di un Sanremo doppio mi girava in testa già da prima dell’edizione 2018. In più di un’occasione, infatti, avevo dichiarato che mi sarebbe piaciuto un Festival che fosse durato due settimane. L’idea delle due settimane, nasceva dal bisogno di ripensare, arricchendola, una formula che, almeno nei suoi elementi essenziali, mi sembrava meritasse di essere rivitalizzata.
Per me, però, raddoppiare non significa, semplicemente, replicare. Questo perché a me non interessa solo un ‘nuovo Sanremo’: mi appassiona un ‘Sanremo nuovo’. Un Sanremo, cioè, che abbia qualcosa di inedito, nel senso di interessante, avvincente, magari addirittura sorprendente, da dire e lo dica nel modo migliore possibile.
Rimettersi semplicemente in gioco, infatti, non basta. Bisogna anche alzare ancora un po’ l’asticella e provare a saltare ancora qualche centimetro più in alto; provare a stabilire un nuovo record. Non è detto che uno ci riesca. Anzi, è estremamente arduo riuscirci, ma è l’unico modo per rendere la gara interessante.
Le novità del Sanremo numero 69 (per ora) sono, sostanzialmente, due:
il “Festival Sanremo Giovani” – la seconda settimana di Festival – e il fatto che, come rivela il nome stesso della manifestazione, questa seconda settimana sarà interamente dedicata ai giovani. Due innovazioni per realizzare le quali, è stato necessario introdurre nei regolamenti ben più di due novità.
La cosa curiosa è che quella che chiamiamo la seconda settimana del Festival è seconda di nome, ma non di fatto, dal momento che si svolgerà a dicembre, anticipando il Festival di febbraio e diventandone, così, la prima settimana.
È quella che ho sempre pensato dovesse essere l’evoluzione naturale del Festival di Sanremo: un’intera settimana dedicata ai giovani. Del resto, chi più di un giovane, può rappresentare una novità? Forse perché ho firmato il mio primo contratto discografico che non ero ancora maggiorenne (tanto è vero che dovette controfirmarlo, per garanzia, mio papà) e so bene cosa significa difendere la propria identità, il proprio linguaggio, la propria idea di musica per riuscire a diventare i musicisti che, dentro di noi, sentiamo di essere.
Di cosa parliamo? Di 6 serate – 4 selezioni e 2 finali – trasmesse in diretta su Rai Uno, in contemporanea su RadioDue e in differita su Rai 4 e ancora in replica su RaiUno, dedicate a giovani emergenti, tra i 16 e i 36 anni non ancora compiuti.
Le 4 selezioni andranno in onda nella fascia pre-serale, mentre le 2 finali verranno trasmesse in prima serata, a testimonianza di un livello di attenzione e di un rilievo che mai il Festival aveva tributato agli artisti più giovani e alla loro musica. Ma non è tutto.
La novità più importante, infatti, è un’altra: per la prima volta nella storia recente di Sanremo, i due vincitori del Festival Sanremo Giovani, saliranno sul palco dell’Ariston e avranno le stesse possibilità di vincere il concorso di tutti gli altri cantanti e addirittura “raddoppiare” la vittoria.
Personalmente, ho sempre trovato un po’ discriminante la contrapposizione simultanea tra Big e Nuove Proposte. Ho continuato a sentirla come una suddivisione concomitante che non faceva altro che fissare delle categorie che, rispetto al valore e alla bellezza delle canzoni, non hanno alcun senso. Il confronto diretto è tra parole, musica, interpretazione, arrangiamento, emozione.
Credo che quel diciassettenne che mi assomiglia molto e che firmò il suo primo contratto discografico da minorenne, avrebbe sognato una simile condizione, una possibilità come questa. E ora che quel diciassettenne è cresciuto ed è diventato, 50 anni dopo, per la seconda volta, Direttore e “Dittatore artistico” di Sanremo, spera di poter regalare questa aspirazione a qualcuno che verrà. In nome della musica, nella più importante mostra musicale del nostro Paese, conosciuta e seguita in molti paesi del mondo.
Sanremo 69 raddoppia e ribalta. E ritenta la sorte.
Signore e Signori, fate il vostro gioco”.

Claudio Baglioni