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Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte per le donne che hanno superato i 50 anni di età, superando tutte le forme di tumori, incluso il tumore al seno. Eppure, la donna ne ha di campanelli d’allarme legati alla propria femminilità. L’importante è riconoscerli per correre ai ripari in tempo.

Questo l’obiettivo del Centro cardiologico Monzino di Milano in occasione della Giornata mondiale per il cuore, che si è celebrata lo scorso sabato 29 settembre.

Un appuntamento, che è stato promosso in collaborazione con il Comune di Milano, dal quale è emerso che i numeri “contraddicono il concetto diffuso secondo cui le donne sono protette nei confronti delle malattie cardiovascolari. In realtà durante il periodo fertile della loro vita le donne sono davvero a minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto all’uomo, ma questa protezione scompare dopo la menopausa, quando gli ormoni femminili estrogeni vengono meno – ha dichiarato Elena Tremoli, direttore scientifico dell’Irccs milanese”.

“Osserviamo così che le donne sviluppano malattie cardiovascolari con circa 10 anni di ritardo rispetto agli uomini, ma quando succede avviene in maniera più grave. A evidenziarlo sono i numeri: il 38% delle donne che ha avuto un infarto perde la vita entro un anno, rispetto al 25% degli uomini”. “Un primo aspetto da sottolineare – spiega Daniela Trabattoni, responsabile di Monzino Women – è che nelle donne i fattori di rischio classici per malattie cardiovascolari, come fumo di sigaretta e obesità, hanno effetti diversi. Basta che una donna fumi un terzo delle sigarette di un uomo per avere lo stesso impatto su cuore e vasi sanguigni”. Inoltre “riscontriamo una maggiore incidenza di obesità e di sindrome metabolica nel sesso femminile, e questo dato incrementa del 50% il rischio di coronaropatia nella donna”.