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Mara Venier in gran forma si racconta sulle pagine dell’ultimo numero del settimanale Chi in edicola, diretto da Alfonso Signorini. Intervistata in occasione del festeggiamento dei suoi sessantotto anni, compiuti lo scorso 20 ottobre, la conduttrice italiana tira le somme del primo mese di programmazione di Domenica In.

“Domenica In? E chi se l’aspettava che sarebbe andata così. L’affetto del pubblico l’ho sempre sentito quanto conducevo i miei programmi. […] Non sono vista come una conduttrice tv, ma come un’amica, una mamma, una nonna, una zia. C’è un calore nei miei confronti e forse, per la prima volta, ne sono del tutto cosciente, sento quest’ondata di affetto”.

Una rivincita per la bravissima e simpaticissima Mara, tornata al timone del programma domenicale della rete Ammiraglia del Servizio Pubblico a quattro anni di distanza dall’abbandono forzato, di cui la conduttrice svela anche alcuni retroscena:

“Mi sono tolta una bella soddisfazione dopo essere stata messa alla porta in una maniera non elegante; perché nella vita si può fare tutto, ma c’è il modo”. “L’allora direttore di Rai 1 (Giancarlo Leone, ndr) mi disse: “Domenica In non si farà più, ci vediamo fra una settimana e parliamo del futuro”. Non l’ho mai più sentito nessuno, nessuno mi ha mai più dato una spiegazione. […] Alla fine ho saputo dal mio agente dell’epoca che volevano cambiare, mi volevano rottamare. […] Ci sono rimasta molto male, ma avevo altro a cui pensare; mamma aveva l’Alzheimer”.

Poi continua ancora la conduttrice tv. La svolta professionale? “Sicuramente la telefonata di Maria De Filippi che mi ha voluta a Tu sì que vales: e ha cambiato tutto”.

Ma nell’intervista a Chi, Mara Venier condivide con i lettori anche le riflessioni del suo rapporto con il marito, produttore Nicola Carraro, che l’hanno spinta ad accettare di tornare in Rai alla guida di un programma a cui era ed è molto legata:

“Quando ho preso la mia decisione si è messo al mio fianco: volevo prendermi una mia rivincita e me la sto prendendo. […] Nicola, come sempre, aveva ragione: è davvero impegnativo. Con Maria, invece, registravamo tre mesi. […] Ora capisco che per me la priorità è vivere la mia, anzi la nostra, vita”.