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Il nostro Paese detiene il primato, con oltre 10mila decessi ogni anno, su 33 mila circa in Europa, delle morti da resistenza agli antibiotici, secondo un’indagine che sarà presentata oggi a Milano nel corso del VII Congresso Internazionale AMIT. In Italia, secondo l’Iss, le infezioni ospedaliere hanno un’importanza anche maggiore di tante altre malattie non infettive. Su 9 milioni di ricoveri in ospedale, ogni anno si riscontrano da 450.000 a 700.000 casi, pari al 5-8% di tutti i pazienti ricoverati. Nel 2050 le infezioni batteriche saranno la principale causa di decessi. Il problema delle patologie da batteri multi resistenti è sempre più attuale e tutte le istituzioni internazionali (WHO, OCSE, CDC, ECDC) hanno sviluppato algoritmi e linee guida per gestirle.

I numeri sono veramente sconvolgenti. Dai report delle più importanti agenzie sanitarie internazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità, Centro europeo per il Controllo delle Malattie Infettive, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, ecc.) emerge che queste resistenze determinano aumenti molto significativi dei decessi per infezioni batteriche. “Attualmente qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa ed in America Latina come anche il report dell’OMS dimostra chiaramente” afferma Marco Tinelli, presidente del Congresso AMIT insieme a Massimo Galli, rispettivamente componente del Consiglio Nazionale e presidente della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.