Spread the love

I lacci emostatici sono uno strumento molto utilizzato, per i prelievi, e non ‘usa e getta’ – molto spesso, risultano essere contaminati da batteri che potrebbero anche divenire responsabili di infezioni, specie ospedaliere ma non solo, riducendo pertanto, la sicurezza dei pazienti. È quanto emerge da uno studio illustarto in occasione del Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ECCMID) in corso a Amsterdam. Condotto da Nádia Osório del Polytechnic Institute di Coimbra, in Portogallo, il lavoro si è basato sulla revisione di 20 studi clinici per un totale di quasi 1500 tubicini di gomma esaminati in cerca di contaminazioni batteriche. Usati per ‘trovare la vena’ durante prelievi e iniezioni venose, rappresentano praticamente lo strumento più usato in corsia e su più pazienti, quindi non ‘usa e getta’.

In tale studio è emerso infatti, che ben 200 di quelli esaminati presentava specie di stafilococchi ‘coagulasi negativi’, responsabili di infezioni (cutanee, vie urinarie etc) anche gravi. Altri batteri invece, trovati sui lacci emostatici esaminati erano Escherichia coli, Klebsiella spp., Pseudomonas spp., Acinetobacter baumannii, Stenotrophomonas maltophilia, tutti potenzialmente molto virulenti, specie per persone debilitate.

In 15 dei 20 studi esaminati il livello di contaminazione batterica ha raggiunto il 70% dei tubicini di gomma. “Questi dati ribadiscono il rischio inerente il loro utilizzo per la qualità delle cure e la sicurezza del paziente, rischio legato poi alla potenziale diffusione di microrganismi tra pazienti su cui viene usato lo stesso laccio”, conclude Osório.