Un team di ricercatori italiani della Facoltà di Bioscienze e Tecnologie agro-alimentari e ambientali presso l’Università di Teramo (Abruzzo) ha dimostrato che alcuni insetti possono essere destinati all’alimentazione umana, in quanto contengono anche più antiossidanti dell’olio di oliva e del succo d’arancia se assunto fresco.
Il team di ricerca composto dai quattro studiosi che sono: Carla Di Mattia, Natalia Battista, Giampiero Sacchetti e Mauro Serafini, coordinato dal professor Serafini, è giunto a questa conclusione dopo aver analizzato in vitro estratti acquosi e liposolubili ottenuti da 12 insetti e due invertebrati (la tarantola zebra tailandese e gli scorpioni neri), normalmente disponibili in commercio per l’alimentazione umana in diversi Paesi.
Grilli e cavallette hanno dunque un valore di capacità antiossidante (TEAC) cinque volte volte superiore al succo d’arancia fresco, mentre la parte liposolubile di bruchi africani, cicale della sera e bachi da seta lo ha doppio se messo al confrontato con l’olio di oliva, noto per possedere un valore nutrizionale eccellente.
“Almeno 2 miliardi di persone mangiano regolarmente insetti. Sono un’ottima fonte di proteine, acidi grassi polinsaturi, minerali, vitamine e fibre, ma fino ad ora nessuno li aveva confrontati in termini di attività antiossidante con cibi funzionali classici come l’olio d’oliva o il succo d’arancia”, dichiara Mauro Serafini, coordinatore dello studio. Come indicato, prima di classificare gli insetti come “superfood” sarà necessario condurre ulteriori e più approfonditi esperimenti.
I dettagli della ricerca sono stati resi noti sull’autorevole rivista scientifica specializzata Frontiers in Nutrition; Nutrition and Sustainable Diets.